27 gennaio 2014
Oggi è la Giornata della Memoria. E voglio ricordare qui, adesso, raccontandovi quello che ho visto a teatro ieri pomeriggio.
OH DIO MIO! è un atto unico della scrittrice e drammaturga israeliana Anat Gov, che manda Padre Eterno dallo psicanalista. Come si addice alla tradizione ebraica, tra il serio e il faceto, si snoda un atto unico, che alla fine trascina e commuove.
Ella è una psicanalista affermata, madre di un ragazzo autistico, separata, una donna forte, che si è sempre cavata dagli impicci da sé. Un giorno riceve una misteriosa telefonata ed è costretta a ricevere fuori orario il misterioso signor D. L'uomo arriva, vestito in maniera un po' ricercata, parla come Marlon Brando nel Padrino e ne assume in parte gli atteggiamenti, perché sa che Ella ha un poster dell'attore in camera e pensa di farle piacere. Con una certa difficoltà la donna riesce a farsi svelare che il paziente è Dio, bisognoso d'aiuto come un essere umano qualunque. Ovviamente non gli crede e Dio allora ricorre a qualche "gioco da prestigiatore" ma più che altro a qualche racconto legato alla vita di Ella, con i quali la convince. Così comincia la "visita": Ella si fa raccontare cosa ha condotto Dio da lei e a poco a poco, fra situazioni e battute veramente esilaranti, viene fuori l'immagine di un Dio fragile e confuso, che condivide con le sue creature qualcosa di molto profondo a cominciare dalla paura dell'abbandono. E comunque Ella lo incalza ed esige una spiegazione sul suo operato, un perché della creazione e soprattutto della nascita dell'uomo e della donna, con tutti i successivi disastri, che Egli doveva pur saper prevedere. A poco a poco, pressato dalle domande precise della psicanalista, Dio si svela: sta perdendo il suo potere, gli uomini non lo amano, si sente solo. Vorrebbe addirittura morire, ma essendo Dio questo non gli è possibile. Ella, che non intende per nulla compatirlo, gli rinfaccia la sua cattiveria, vestita di bontà, il suo finto amore per il popolo eletto, così finto che lo ha fatto vagare per quarant'anni nel deserto, lo ha mandato schiavo in Egitto, lo ha disperso per il mondo, lo ha fatto perseguitare in tutti i modi e alla fine lo ha mandato nelle camere a gas! Dio al colmo dell'ira, vuole incenerire questa donna che gli tiene testa senza paura, ma si domina, si abbandona, vuole solo andarsene. Allora Ella gli dice che può guarire, che, dominandosi, ha capito l'importanza del perdono e lo abbraccia, sconvolgendolo. Dio se ne va sollevato. Ella viene raggiunta dal figlio, che comunica con lei solo attraverso il suono del violino e che finalmente, nel silenzio, per la prima volta la chiama mamma.
Ve lo devo dire che alla fine avevo gli occhi lucidi, o, conoscendomi, lo avete immaginato? Il Dio disegnato qui, è il Dio degli Ebrei, terribile e quasi vendicativo, il Dio del vecchio testamento, quello che non ha ancora mandato il suo figlio sulla terra per salvarli, questi uomini, in un atto d'amore assoluto. Gli Ebrei aspettano ancora l'arrivo del Messia e non contemplano questo sguardo particolare del divino che si unisce all'umano, come nel meraviglioso affresco della Sistina dove le dita di Dio e di Adamo si toccano, ad indicare un amore profondo verso di noi. Il Dio degli Ebrei è poco padre; io invece, come forse vi ho già detto, tendo a vederlo molto padre e molto incline a sopportare e perdonare...
Comunque davvero un lavoro prezioso, recitato benissimo da Viviana Toniolo e Vittorio Viviani.
Buona serata a tutti, a domani :)