7 febbraio 2011
Era una sala di degustazione, decine di bottiglie e bicchieri riempivano tavoli e ripiani, si infiltravano fra quadri e libri, assediavano soprammobili, stampe, dipinti, foto d'epoca, etichette, un pendolo, il ritratto di un avo ottocentesco, e si fermavano solo davanti a una grande vetrata.
Ecco, questo è un brano del libro che ho appena finito di leggere, "Il sangue di Montalcino" di Giovanni Negri. Un giallo ambientato fra cantine, filari d'uva e winemakers, si tratta infatti di scovare chi ha ammazzato un famoso esperto di vini. Una trama non eccezionale, ma me lo sono letto d'un fiato e ne sono rimasta entusiasta, perché l'ho comprato in quanto si svolge fra colline toscane e Langa, fra paesi e cittadine che conosco benissimo e perciò è stato come essere nel libro, dietro al commissario Cosulich a cercare di capire cosa fosse successo. Spesso compro libri che parlano di posti che conosco, per tornarci in maniera diversa, intrigante, coinvolgente. E' stato così per la Parigi de "Il codice Da Vinci", per Flagstaff e l'Arizona di "Fuori da un evidente destino", per la Venezia de "L'amante senza fissa dimora".
A volte mi capita il contrario, cioè di andare in un posto perché ne ho letto in un libro. Sono andata a Ystad in Svezia perché è la città dove vive il commissario Wallander, umanissimo personaggio di Henning Mankell, e a Les Sables d'Olone perché Maigret ci ha passato una vacanza. Allora mi sforzo di vedere quel posto con gli occhi del personaggio, non con quelli dell'autore, perché il personaggio lo posso immaginare anche diverso da come l'autore lo ha descritto, posso darne un'interpretazione mia, anche immaginare finali diversi da quelli proposti dagli scrittori.
Penserete che sono un po' matta...in realtà ho solo una fantasia senza limiti.
E tanto per concludere, di solito quando vado in vacanza mi porto un libro scritto da qualcuno originario del posto dove mi troverò: è un modo per cercare di capire meglio quel luogo, per fare la viaggiatrice e non la turista.
E dopo tutto 'sto sproloquio una ricettina facile facile, di nuovo per Grissino, che non deve fare le faccine tristi per le mie complicate ricette. Mi è difficile pensare a cosa si può trovare a Vienna, mi sembrava che in quel mercato gigantesco vicino alle case di Otto Wagner, ci fosse ogni ben di Dio, ma era estate, forse adesso è diverso. E poi qui scrivo per confrontarmi con i miei amici sconosciuti, quindi le critiche sono ben accette.
Dai Grissi, continua a leggere, prima o poi cucinerai qualcosa con il mio marchio di fabbrica!!! Ti mando un bacio:D
BOCCONCINI DI TROTA SALMONATA AL BACON
400 g di filetti di trota salmonata
150 g di bacon
Tagliate i filetti, spinati e spellati, a dadi, quindi avvolgeteli nel bacon e fissate il pacchetto con uno stecchino. Rosolate i bocconcini in una padella antiaderente senza condimenti. Servite subito ben caldo accompagnando con insalatina fresca.
Se si comprano i filetti di pesce già puliti, preparare questo piatto è uno scherzo. E potete usare altri pesci, as you want.
Ciao a tutti.