Cronaca di Genova

4 novembre 2011

Ciao a tutti. Stasera pensavo che avrei festeggiato insieme a voi il mio onomastico e invece sono qui che piango il dolore della mia città. Per tutto il pomeriggio ho guardato sgomenta le immagini di distruzione e di morte che circolavano allaTV, e ho rivisto l'alluvione del '70 nel mio ricordo, quando con altri angeli del fango, sono andata a spalare nelle vie del centro. Lo ricordo come un incubo tutto quel fango, soffocante, sporco, puzzolente, ricordo quando sono tornata a casa, stanca, con le ciocche nelle mani disabituate a maneggiare pale, e mi sono infilata nella vasca, grata per avere una casa, perché a me non era successo niente.

Io abito in alto, sotto le alture del Righi, ai miei piedi è sdraiata Genova, con il suo porto, dalla finestra della sala vedo la Lanterna e lo sguardo corre fino a Savona nei giorni limpidi....da me non succede niente, l'acqua se ne scende per le vie, stamattina, nonostante le discese, c'erano almeno 10 cm d'acqua e dove si incontravano i fiumi si formavano piccole onde. Impressionante. Ho capito che da qualche parte si stava scatenando l'inferno e così è stato. E continua a piovere, piano, ma inesorabilmente. Stanotte certe persone non dormiranno, scruteranno il cielo buio, pregheranno perché non piova, altri non potranno dormire comunque, perché non hanno più una casa, perché sono sfollati, che parola terribile, evoca la guerra e anche questa è una guerra: la natura contro l'uomo e la sua stoltezza. Una delle strade più grandi di Genova è costruita sulla copertura del Bisagno: oggi ha esondato, perchè tutta la sua acqua non poteva stare sotto quella copertura! e nella sua corsa verso il mare avrà trascinato tutti i tronchi, le lavatrici, i frigoriferi, i materassi e tutte le schifezze che la gente abbandona sul suo greto per lo più asciutto. Nel '70 esondò e distrusse l'antico ponte di Sant'Agata, in pietra. Ora è rimasta un'arcata che non serve a nulla, nemmeno a far ricordare quello che può succedere. Sono triste, e ora sto proprio piangendo. Perché fanno così rabbia la stupidità, l'arroganza e la presunzione. E se c'è una cosa che non sopporto è l'espressione "Una tragedia annunciata". Ma cosa mai vorrà dire se non che l'uomo è profondamente incapace?

Quello che mi consola è che comunque i Genovesi sono gente dura, tenace, capace di rialzare la testa e rimboccarsi le maniche, lo faremo anche questa volta. E dalle sue ceneri si alzerà magnifica l'araba fenice. Genova risplenderà nelle luci del Natale, c'è il tempo sufficiente perché sia così.

Auguri Genova, amatissima unica Superba.

Scusatemi mi sono sfogata, ne avevo bisogno, ora passo da voi, ringraziando qui dal mio blog la mia carissima OMONIMA di cui oggi per la prima volta ho sentito la voce e LUCA che mi ha telefonato a sorpresa per sapere come stavo. Ma so che tutti mi avete pensato e vi abbraccio fortissimo. 

Domani tornerò a postare ricette, stasera no.