18 gennaio 2011
Veramente sono al lavoro, ma sono in pausa e quindi approfitto per stare un po' con i miei amici sconosciuti. Uso il blog per dare alle mie cugine Silvia e Manu la ricetta del pane arabo, che ho promesso da prima di Natale; ma è un dato di fatto che sono ritardataria e a volte pigra e sommersa da mille altre cose da fare. Comunque ecco qua!
PANE ARABO
300 g di farina OO
200 g di acqua tiepida
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zucchero
1/2 cubetto di lievito di birra
Mettete tutti gli ingredienti nel mixer e mescolate fino ad avere un composto liscio e domogeneo. Fate una palla, ponetela in una ciotola, coprite con un tovagliolo e fate lievitare per 1 ora. Dividete quindi l'impasto in 4-5 porzioni e formate dei dischi. Coprite ancora e fate lievitare per 30 minuti. Cuocete a 230°C per 10-12 minuti. Il pane deve dorare appena.
Questo pane ha un sapore delicato, che mi piace molto; mi ricorda la fragranza del pane che mangiavo da piccola, quando mi infilavo dietro il bancone del negozio e il fornaio mi dava un bocconcino caldo e profumato di farina. Mi piaceva tenerlo un attimo fra le mani, poi lo addentavo piano: era una piccola felicità.
E per la verità mi ricorda anche un viaggio in Marocco, a Capodanno, soprattutto Marrakech, e la piazza Jama'a el-Fnaa, dove non c'è cosa che non puoi trovare o vedere: dagli incantatori di serpenti ai giocolieri, dai venditori di spezie a quelli di sogni....
PANE ARABO
300 g di farina OO
200 g di acqua tiepida
1/2 cucchiaino di sale
1/2 cucchiaino di zucchero
1/2 cubetto di lievito di birra
Mettete tutti gli ingredienti nel mixer e mescolate fino ad avere un composto liscio e domogeneo. Fate una palla, ponetela in una ciotola, coprite con un tovagliolo e fate lievitare per 1 ora. Dividete quindi l'impasto in 4-5 porzioni e formate dei dischi. Coprite ancora e fate lievitare per 30 minuti. Cuocete a 230°C per 10-12 minuti. Il pane deve dorare appena.
Questo pane ha un sapore delicato, che mi piace molto; mi ricorda la fragranza del pane che mangiavo da piccola, quando mi infilavo dietro il bancone del negozio e il fornaio mi dava un bocconcino caldo e profumato di farina. Mi piaceva tenerlo un attimo fra le mani, poi lo addentavo piano: era una piccola felicità.
E per la verità mi ricorda anche un viaggio in Marocco, a Capodanno, soprattutto Marrakech, e la piazza Jama'a el-Fnaa, dove non c'è cosa che non puoi trovare o vedere: dagli incantatori di serpenti ai giocolieri, dai venditori di spezie a quelli di sogni....
Che bello rileggerti!
RispondiEliminaCerto che io me lo farei molto volentieri un bel viaggetto fino a quella piazza che dici tu....e non solo per il pane!
Un abbraccio, Fabi