9 giugno 2016
Ciao a tutti carissimi amici, sono tornata dalle vacanze e devo dire che sto proprio bene, mi sono distratta, riposata, ho riso con i miei amici, camminato, goduto del sole e del tempo bellissimo e racchiuso nel cuore l'idea di essere stata in paradiso. Sì, perché le Eolie che ho visto, ancora fuori stagione, con poca gente in giro, mi sono apparse proprio così, come un paradiso.
Sapete che ho un debole per la Sicilia, trovo che sia una terra generosa e splendida. Da quando ci sono stata in vacanza nel 2013, non desideravo che di tornarci e mettere in pratica l'idea delle Eolie, che coltivavo da tempo, è stata proprio grande.
Le Eolie sono sette isole, benedette dagli dei, fin dai tempi dell'antica Grecia e anche da prima (ci sono insediamenti preistorici!) e le abbiamo visitate tutte, dal mare e da terra, ognuna con una fisionomia precisa, non le confondi, ti si offrono diverse e preziose, piccoli gioielli emergenti dall'acqua.
Eravamo piazzati a Lipari, in una guesthouse, molto comoda e con uso di cucina: mamamia.lipari@gmail.com, vi lascio l'indirizzo perché ha un notevole rapporto qualità-prezzo e perché ci si sta come a casa propria!
Lipari è la più grande delle isole e quella con più servizi, certamente comoda per farne il punto di partenza delle escursioni sulle altre. L'abbiamo vista dal mare e l'abbiamo girata in tutte le sue strade e i suoi paesini con un'auto affittata lì. C'è la chiesa di Quattropani che domina dall'alto la vista su tutte le isole tranne Vulcano che resta alle spalle, e Acquacalda vicino alle cave di pomice che colora di bianco il mare. E poi le cave di caolino che sembrano un canyon e le spiagge eleganti di Canneto. A Lipari c'è la strada dello struscio piena di localini, e quella elegante dei negozi, la piazzetta di Marinacorta dominata dalla chiesa di San Giuseppe, e il Castello che chiude fra le sue mura la Cattedrale e tutti gli antichi edifici che accolgono ora il museo archeologico.
Panarea è la più elegante, la chiamano la Capri delle Eolie, alberghi, ristoranti, locali e negozi chic, è tappa obbligata se si va verso Stromboli. Forse starci per qualche giorno, se non si ama particolarmente la vita mondana e di spiaggia, potrebbe risultare noioso, ma per essere bella, lo è certamente!
Stromboli è il suo vulcano, c'è poco d'altro, c'è la casa dove Rossellini e la Bergman hanno consumato il loro amore, c'è un paese arroccato e per niente intimidito da quel gigante che gli torreggia sopra. Non siamo saliti, ci sono solo visite guidate, ci vuole molto tempo e non saremmo potuti tornare a Lipari, ma lo abbiamo visto dal mare sputare zolfo e fumo nero verso la sciara di fuoco, l'ultima colata lavica che scende in mare. Io però ero molto distratta da un tramonto che ha incendiato mare e cielo :)
Alicudi e Filicudi sono le isole più lontane da Lipari, ci vogliono due ore di navigazione. Alicudi è fuori del mondo: piccola e graziosa, senza auto, si cammina a piedi o a dorso di mulo, invasa da cactus, bouganville, fichi d'india, limoni, ulivi e piccole case bianche i cui abitanti coltivano piccoli orti profumati di rosmarino e finocchietto. Filicudi, devo essere onesta, non mi è piaciuta granché, anche se offre un mare bellissimo e un sito archeologico molto interessante. Tuttavia le polpettine di pesce con il sughetto di pomodoro erano proprio una bomba!!!!
Salina mi ha sorpreso con la sua eleganza. Abbiamo affittato l'auto e l'abbiamo girata tutta, fino a Pollara dove c'è la casa di Neruda, perché qui è stato girato in parte "Il postino", ora trasformata in un accogliente B&B, e poi a Rinella con la sua spiaggia nera e a Malfa dove c'è un piccolo faro. Un altro faro è a Lingua sull'estrema punta dell'isola oltre Santa Marina di Salina, che è la cittadina più grande, dove attraccano gli aliscafi. Di qui siamo ripartiti verso le nove, dopo aver cenato in un grazioso ristorante con una terrazza ombreggiata da un pergolato di vite americana, aperta su una collina ricoperta di fichi d'india. Un cielo blu, da mozzare il fiato...
Vulcano, l'ultima che abbiamo visitato, grande, allungata fino a Vulcanello dove ci sono due piccole bocche, e a Gelso, dalla parte opposta dove c'è un faro. Siamo saliti sul vulcano, lungo un sentiero che si alza di 800 metri. Li ho affrontati piena di timore, ma quando sono arrivata in cima, in 40 minuti, senza nemmeno il fiatone, ho capito che stavo bene e che se è pur vero che quando si diventa "grandi" ci sono molte cose che non si possono più fare, ce ne sono molte altre che restano possibili e che ti danno un grande senso di pace e di serenità. Le pendici del vulcano sono ricoperte fino ad una certa altezza di enormi cespugli di ginestra che colorano di un giallo vivace le colate laviche, e la bocca lassù a un passo dal cielo, inquietante e misteriosa, sorvegliata a vista.
Ed eccomi qui con le mie amiche, le Giuseppine, insieme ai due ragazzi che ci hanno portato in navigazione intorno a Lipari. Manca Oscar, soprannominato il mago, che faceva la foto, ma poi eccoci tutti e quattro ad Alicudi sotto un olivo secolare.
E quale ricetta posso regalarvi perché gustiate la terra di Sicilia, se non una pasta con gamberi e pesto di pistacchio? ENJOY :)
LINGUINE CON PESTO DI PISTACCHI E
GAMBERI
320 g di linguine
120 g di pistacchi
2 cucchiai di grana grattato
250 g di gamberi sgusciati
passata di pomodoro
1 peperoncino
sale, olio EVO
Nel bicchiere del mixer raccogliete i
pistacchi, 100 g di olio, il grana e un pizzico di sale, quindi frullate fino
ad avere una crema morbida. Se necessario unite poca acqua tiepida. Tagliate i
gamberi a tocchetti e fateli saltare con poco olio, un cucchiaio di passata e
il peperoncino, quindi unite il pesto di pistacchi. Lessate le linguine al
dente e padellatele nel sughetto, quindi servite ben caldo.
Vi abbraccio con l'affetto di sempre!