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Zuppa di pollo, mais e vermicelli e Pechino




17 febbraio 2016

Il viaggio continua e finalmente arriviamo nella capitale!


Pechino (Beijing, che in cinese vuol dire "capitale del nord"), la città dell'ordine, dell'equilibrio e dell'armonia, è formata in realtà da quattro città, una interna all'altra, separate da mura che coprivano una lunghezza di 67 km. A nord si trova la Città Tartara, dove risiedevano i Manciù, i cui soldati presidiavano le difese della città. All'interno è la Città Imperiale, dove abitavano i funzionari impegnati con la Corte. Al centro della Città Imperiale è collocata la Città Proibita, dove risiedeva l'Imperatore con la sua Corte. A sud  infine sta la Città Cinese dove viveva la popolazione a cui era proibito l'accesso alle altre tre. 
Ancora oggi nelle sue strutture e con la magnificenza dei suoi palazzi Pechino è come la volle l'imperatore Young Lo, vissuto 500 anni fa. E nonostante sia stata messa a ferro e fuoco dalle truppe anglo-francesi nel 1860 e sia stata teatro della rivolta dei Boxer contro le legazioni straniere nel 1900, a parte qualche aspetto contraddittorio, appare inconfondibile e straordinaria.


20 agosto 1997

Ci svegliamo immersi in una nebbiolina leggera, se non fosse per l'afa sembrerebbe novembre: lo smog colpisce inesorabile. Andiamo alla Grande Muraglia o Muraglia dei diecimila li, alla quale si accede dal passo di Badaling. C'è un fiume di turisti: nella nebbia in cui sfuma il profilo della muraglia, essa viene resa visibile dagli abiti delle persone che la riempiono tutta. Se è vero che i cinesi sono quasi due miliardi, è anche vero che un miliardo è qui! Poesia poca: un gran vociare e un grande sgomitare. Mi affaccio dopo essere salita un pezzetto: come un serpente di pietra, la muraglia sale e scende seguendo le ondulazioni del terreno in uno scenario montuoso che appare magnifico anche se così poco netto.

Meglio è per un uomo morire combattendo:
ma uno come può reggere il peso degli oppressi
mentre aiuta a costruire la Grande Muraglia?
La Grande Muraglia è senza fine, corre per tremila li, sulla terra.
(Li Po)

In effetti quante vite umane sarà costato costruire questo muro? Nessuno di coloro che ha dato la vita perché l'impero celeste avesse il suo imponente scudo di pietra, poteva immaginare che un dio pietoso avrebbe fatto in modo che questa fosse l'unica opera umana visibile dalla luna.


immagini dal web


Lo so, lo so che non è affatto vero che la Grande Muraglia sia visibile dalla luna, ma non è bello crederlo? perché che i poveri cinesi siano morti come le mosche per costruirla, purtroppo è vero... 


La nostra gita prosegue verso la grande vallata delle tombe degli imperatori Ming. Tredici imperatori della dinastia Ming (1361-1644) sono sepolti con le loro mogli e concubine in questa vallata circondata dai monti Tien-Show. Le tombe si confondono col paesaggio, sparpagliate nella vallata. Vi si accede per la "Via delle Anime" che si snoda per 7 km da un porticato in marmo bianco a cinque arcate. Lungo la via si ergono grandi statue di pietra: leoni, unicorni, cammelli, cavalli, mandarini. L'unica tomba visitabile è quella dell'Imperatore Wang Li, morto nel 1620: è un ipogeo senza decorazioni con tre troni, delle giare e dei bauli.




Ultima tappa della giornata è il Palazzo d'Estate o Giardino della Coltivata Armonia. Fu costruito dall'Imperatore Qianlong a partire dal 1750 e poi restaurato dall'Imperatrice vedova Cixi, dopo l'invasione anglo-francese e la rivolta dei Boxer che lo danneggiarono. Il restauro fu fatto grazie al dirottamento di fondi pubblici destinati alla flotta imperiale... la sapeva lunga l'Imperatrice! Entriamo attraverso la Porta Orientale e ci arrampichiamo fino al Tempio delle Virtù Buddiste, proprio al culmine della Collina della Longevità. Da qui scendiamo, attraverso una serie di gallerie coperte e passando per il Palazzo delle Nuvole Ordinate, fino alla Galleria dell'Amore, decorata con scene della mitologia cinese. Si dice che se una coppia l'avesse percorsa tutta chiacchierando, poteva poi decidere se fidanzarsi. La galleria costeggia il lago Kunming, su cui sembra galleggiare, fino ad un isolotto, uno splendido ponte a 17 archi. Alla fine della galleria c'è la barca di marmo dove Cixi prendeva il tè e riceveva i dignitari di corte. Per fortuna qui siamo stati tranquilli, niente orde di cinesi e visitatori. Il cielo grigio si apre agli ultimi raggi di sole che strappano bagliori incantati all'acqua del lago: nel palazzo ormai silenzioso lascio uno spiritello a mescolarsi coi fantasmi di imperatori e schiavi.




A Pechino ci sono ristoranti eleganti e accoglienti, spesso monotematici: quello dove si mangia l'anatra laccata, quello specializzato in ravioli o in zuppe... il mio pancino, provato dalla cucina cinese, sceglie le zuppe ;)


ZUPPA DI POLLO, MAIS E VERMICELLI DI GRANO 

200 g di petto di pollo
100 g di mais
1 pezzetto di zenzero fresco
1 spicchio d'aglio
100 g di noodles
1 cipollotto
brodo vegetale q.b.
olio
salsa di soia

Tagliate il petto di pollo a striscioline. Tritate lo zenzero con l'aglio e il cipollotto e fate rosolare il tutto con 1 cucchiaio d'olio. Aggiungete il petto di pollo e fatelo colorire, quindi unite il mais e coprite a filo con il brodo. Fate cuocere per una decina di minuti e unite i noodles. Quando saranno cotti, profumate con un cucchiaio di salsa di soia e servite ben caldo.



Ancora per tutta la settimana sono qui!




Per questo post, mi sono servita del libro di Francesco e del mio diario di viaggio. Le foto dei collage del Palazzo d'Estate e delle Tombe dei Ming sono in parte mie, in parte prese dal web.

Zuppa pho per l'Abbecedario Culinario




 18 marzo 2015

Ciao a tutti, dopo raffreddore e afonia, sono passata alla tosse. Le lezioni continuano, anche se con un po' di fatica; spero di arrivare presto a Pasqua, perché la settimana dopo non ho lezioni e mi prendo vacanza.... 

Nell'attesa di quello che farò, me ne vado in Vietnam, per ora virtualmente, anche se spero di riuscire a visitare questo paese che mi attrae moltissimo, come tutta quella penisola che veniva chiamata Indocina.


immagini dal web


ZUPPA PHO  

per il brodo
300 g di carne da brodo
qualche osso
1 cipolla
1 pezzetto di radice di zenzero fresco
2 frutti secchi di anice stellato
qualche grano di pepe nero
prezzemolo
sale

per la zuppa
300 g di noodles
qualche rametto di coriandolo e basilico
1 lime
1 peperoncino rosso secco
200 g di girello di manzo tagliato sottile

Preparate il brodo con tutti gli ingredienti, facendo sobbollire per almeno due ore e schiumando. Al termine filtrate al colino fitto e mettete da parte.
Tritate le erbe per la zuppa con il peperoncino. Lessate i noodles in acqua salata, scolateli, distribuiteli nei piatti di servizio e insaporiteli con le erbe tritate. Disponetevi sopra le fettine di carne e bagnate con il brodo caldissimo. Il suo calore cuocerà la carne. Servite a piacere con fettine di lime.




Questa zuppa è veramente delicata, mi è piaciuta moltissimo. Ho usato erbe aromatiche nostrane, non sono andata a cercare quelle asiatiche nei negozi etnici e probabilmente il gusto è risultato un po' diverso, ma sono rimasta sorpresa dalle consistenze e dal retrogusto leggermente piccante del peperoncino. Non avevo lime, ma probabilmente ci sarebbe stato benissimo, quindi non trascuratelo nella preparazione!

La ricetta è per SABRINA ambasciatrice di questo paese per l'ABBECEDARIO CULINARIO fino al 22 marzo.




Domani sera ho amici a cena, alcuni dei miei colleghi con cui inauguro la casa. Vi farò sapere :)
Buona serata!