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Stasera pesce!

31 gennaio 2013

Ciao a tutti, sono qui. Ieri sera sono andata di nuovo a teatro. Ho visto "La leggerezza del Trio Lescano", uno spettacolo divertente con alcune delle canzoni più note di queste sorelle canterine. Diventate famosissime nella seconda metà degli anni '30, la loro storia si è incrociata ad un certo punto con lo scoppio della seconda guerra mondiale e con le leggi razziali. Le tre sorelle infatti erano ebree per parte di madre e quindi hanno avuto le loro difficoltà, soprattutto dal '43 in avanti, anche se in qualche modo, nascondendosi, riuscirono ad evitare la deportazione. Quando la guerra finì, una delle tre sorelle si ritirò e fu sostituita da Maria Bria, che ieri sera era in teatro e si è esibita con i suoi magnifici 88 anni insieme alle attrici. Alla fine quindi ho pensato ancora, la giornata della memoria mi è tornata davanti e il sorriso è diventato malinconico...




La ricetta di stasera arriva da "Sale & pepe" e dalla cena di dicembre con i miei colleghi: mi sono ricordata che non vi ho più postato nulla ;)
 

COTOLETTE DI PERSICO ALLE ERBE AROMATICHE 

600 g di filetti di persico
100 g di pangrattato
20 g di erbe aromatiche (timo limone, santoreggia, prezzemolo)
2 uova
1 arancia non trattata
farina
50 g di burro
sale, pepe bianco

Lavate e asciugate le erbe aromatiche, quindi tritatele con la scorza dell'arancia, il pangrattato e una presa di sale. Dividete il pesce in tranci, passateli nella farina, nelle uova sbattute e infine nel pangrattato alle erbe. Rosolate i filetti nel burro e fateli cuocere per 3-4 minuti per lato, fateli asciugare un attimo su una carta assorbente, quindi pepateli e serviteli ben caldi, con puré di patate o insalata.




Domani dovrei andare a Ceva dai miei amici Rita e Vilmo per il week end, quindi non so se riesco a postare. Ma vi penserò, intanto adesso passo da voi. Baci e buon fine settimana!

Le meringhe di Silvia

29 gennaio 2013

Ciao cari amici, eccomi da voi, il week end con le amiche è passato benissimo, ma ho appena avuto il tempo di preparare il post dell'ITALIA NEL PIATTO molto di corsa. Prometto che alla prossima uscita farò di meglio ;)

Solo stasera mi sono accorta che la mia panna cotta al parmigiano è finita in un menu speciale di COLORS & FOOD. Ne sono felicissima, e posso solo cercare di far meglio con il prossimo colore!

Per festeggiare vi posto una piccola golosità, che sono riuscita a fare solo secondo le istruzioni di mia cugina Silvia. Quando sono stata a trovarla qualche we fa, abbiamo preparato insieme le meringhe, così ho potuto seguire bene il procedimento e la cottura. Ecco le sue.





Ed ecco le mie!






MERINGHE

4 albumi
320 g di zucchero semolato
100 g di cioccolato fondente 60%
90 g di panna

Sbattete con le fruste elettriche gli albumi finché saranno ben sodi, quindi unite lo zucchero, poco alla volta, continuando a sbattere. Versate il composto in una sac-à-poche con bocchetta a stella o liscia e fate cadere piccole quantità di composto sulla placca ricoperta di carta forno. Fate cuocere per 1 ora a 100°. Sfornate e fate raffreddare.
Preparate la crema di cioccolato, facendo bollire la panna e versandola sul cioccolato spezzettato. Mescolate bene, quindi fate raffreddare. Unite le meringhe  a due a due con la crema, quindi disponetele nei pirottini di carta e servitele.

- La meringa deve essere sodissima: quando pensate che sia dura, sbattete ancora!

- Potete disporle vicine, in cottura non si allargano.

- Con questa dose vengono due placche belle piene, a metà cottura scambiatele, in modo che le meringhe coloriscano uniformemente.

- Così piccole, sono peggio delle ciliegie, si mangiano una dietro l'altra, perciò non conviene dimezzare le dosi.




Prima di salutarvi, voglio raccontarvi dello spettacolo che sono andata a vedere sabato sera.

LA TORRE D'AVORIO 

di Ronald Harwood 

con Luca Zingaretti e Massimo De Francovich

L'azione si svolge a Berlino nel 1946. E’ il momento di regolare i conti e la  caccia ai sostenitori del caduto regime è in pieno svolgimento: gli alleati vogliono portare al processo di Norimberga i sostenitori del nazismo. Nell'ufficio del maggiore Arnold, c'è un indagato d'eccezione: il famoso direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler. L'ufficiale è ignorante, rozzo e offensivo, senza alcun rispetto per quello che tutti, compresi i tedeschi antinazisti, considerano un genio della musica. Di fronte a lui, Furtwängler fatica a non perdere la sua compostezza e il suo ostentato senso di superiorità. Il gioco a due si complica con i personaggi minori, come la segretaria tedesca di Arnold e i testi chiamati a deporre, con le loro tristi o ambigue storie personali.
In realtà, Furtwängler non prese mai la tessera del partito nazionalsocialista (come invece fece Karajan, che ne aveva addirittura due, una austriaca e una tedesca), però aveva rapporti stretti con i gerarchi. È vero che fece espatriare alcuni musicisti ebrei, ma è anche vero che ci riuscì solo grazie alle sue amicizie e alla sua posizione nel regime. D'altra parte aveva scelto, in tempi durissimi, di tenere accesa la fiaccola dell’arte, convinto che questa non abbia connotazione politica e si era anche scaricato la coscienza cercando di esibirsi nel minor numero possibile di occasioni ufficiali; pur di non stringere la mano a Hitler, durante un concerto, aveva fatto in modo di continuare a impugnare la bacchetta con la destra. 
Il maggiore Arnold detesta la musica classica e da ex-venditore di polizze assicurative è molto sospettoso nei confronti del prossimo; è un plebeo che disprezza le sdolcinatezze borghesi e un giustiziere sacrosantamente indignato dalle atrocità che ha visto perpetrare in Europa; soprattutto, un americano convinto nell’eguaglianza di tutti gli uomini sia nei diritti che nelle responsabilità.
Harwood mette in scena un rebus morale delicatissimo. In fondo al quale sta uno dei problemi piú discussi e irrisolti della storia: l'autonomia dell'arte di fronte alla politica. I due protagonisti non riescono a comprendersi e dal loro scontro processuale, etico e culturale, piú che risposte nascono domande. E sono gli spettatori a dover prendere posizione...

La commedia debuttò a Londra nel 1995 per la regia di Harold Pinter. Il titolo originale, "Taking sides", significa letteralmente "Schierarsi". Proponendo di renderlo come "La torre d’avorio" si è voluto alludere alla condizione di orgoglioso isolamento che l’artista crede, forse a torto, di potersi permettere sempre. 

Sono uscita scossa, quasi dolorante come avessi preso un pugno nello stomaco, incapace di decidere se la posizione di Furtwängler potesse essere difendibile, perplessa per i modi di Arnold, che forza qualunque parola nell'unica direzione che vuole assumano le circostanze, e infine francamente inorridita, perché da quella guerra sono usciti solo dei perdenti: le atrocità ci sono state e sono state commesse da tutti. E l'esempio non è servito perché le "pulizie etniche" continuano...

Attori grandissimi: Zingaretti e De Francovich si scontrano come vecchi leoni e i comprimari, fra cui Peppino Mazzotta (Fazio nella serie TV di Montalbano), sono spalle eccellenti.



Buonanotte amici, ci sentiamo domani :D

L'ITALIA NEL PIATTO: le verdure

28 gennaio 2013

Ciao a tutti, cari amici, la notizia del giorno è che la cucina regionale riparte, con un nome diverso, con qualche nuovo compagno di viaggio, ma eccoci ancora qui con L'ITALIA NEL PIATTO.


Sulle nostre tavole oggi ci sono tante meravigliose verdure, da sole come contorno o secondo o antipasto, ma anche a formare deliziosi sughetti per paste e risotti insieme ad altri ingredienti. Ecco cosa vi proponiamo.

Come avete letto, qui da me c'è una bella frittata di funghi porcini. Le frittate sono molto comuni nella cucina ligure: sono un piatto semplice e sostanzioso, che si può preparare con le verdure di stagione, ma anche con i nostri meravigliosi bianchetti, cioè i piccoli del pesce azzurro, che però vengono pescati solo in periodi ben precisi dell'anno. Quando sarà il momento, cioè a primavera, ve la preparerò! Intanto godetevi questa :D


FRITTATA DI FUNGHI - FRITA' DE FUNZI

500 g di funghi porcini
4 uova
la mollica di un panino
2 spicchi d'aglio
2 cucchiai di parmigiano grattato
vino bianco secco q.b.
latte
origano secco, olio, sale

Pulite i funghi e tagliateli a dadini. Rosolate l'aglio spellato e tritato nell'olio e quando sarà colorito, unite i funghi, salateli, e tirateli a cottura con poco vino bianco e acqua. Preparate intanto un battuto con le uova, la mollica del pane bagnata nel latte e strizzata, il parmigiano, 1 pizzicone di origano e sale. Versate nella padella dei funghi, mescolate quindi passate in forno a 180° per 30-35 minuti.






Vi ricordo con molto piacere che usciremo con la rubrica una volta al mese, il giorno 20, quindi vi aspettiamo a febbraio!

A presto amici, buona giornata.


Ancora bianco con un tocco di rosso

23 gennaio 2013

Ciao a tutti, la vita è un'altalena e visto che ieri ero su, oggi sono tornata giù: una serie di rotture, niente di grave intendiamoci, ma che ho infilato una dietro l'altra, così che al momento non vedo l'ora di andare a letto in compagnia del mio libro!

Tempo orribile, forse è per questo che le cose vanno un po' così, il cattivo tempo mi indispone, mi sento la testa piena d'ovatta, e l'atteggiamento che ho nei confronti della giornata è da perdente :( e per forza che quella occhio di falco della sfiga mi tampina, ma non le si può pagare un viaggio (di sola andata) per Timbuctù, là in mezzo al deserto, magari si disorienta e non torna....

Vabbé, meglio passare alla ricetta che è sempre per il COLORS & FOOD di CINZIA e VALENTINA: bianco con un tocco di rosso.






PANNA COTTA AL PARMIGIANO CON RISTRETTO DI POMODORO

150 g di panna fresca
150 g di latte
150 g di parmigiano grattato
6 g di colla di pesce
sale, pepe, noce moscata
pomodori ciliegini freschi
olio

Mettete a bagno in acqua fredda la colla di pesce. Amalgamate il latte, la panna e il parmigiano, quindi portate al fuoco, mescolando, e quando arriverete alla temperatura di 80° circa, unite la gelatina strizzata. Mescolate bene con una frusta, quindi regolate il sale e aggiungete pepe e noce moscata a piacere. Dividete il composto in 4 stampini usa e getta inumiditi con acqua. Passate il frigo per almeno 4 ore. Preparate il ristretto: pulite i ciliegini, spellateli e tagliateli a pezzi. Metteteli in una casseruola antiaderente con poco olio e fate cuocere finché saranno sfatti e ben cotti. Regolate il sale. Sformate la panna cotta, mettendo gli stampini per qualche minuto in acqua bollente e girando rapidamente, decorate con la salsa calda e servite.




Non so quando ci sentiremo. Domani sera ho un'altra bella assemblea di condominio e nel we vengono a trovarmi due mie care amiche di Lecco. Alla peggio torno lunedì, bacissimi e buon we a tutti ;)

Una giovane nuova amica e una torta salata

22 gennaio 2013

Ciao cari amici, come state? Lo dico pianissimo ma oggi è stata una giornata migliore, bel tempo, non freddo, studio quasi in ordine, pulito e profumato, e soprattutto pranzo fuori con una nuova amica. Eh sì, perché oggi finalmente dopo innumerevoli mail e telefonate, MANU e io ci siamo incontrate! Si è ripetuto il solito incredibile miracolo di scoprirsi amiche, pronte a raccontarsi il più in fretta possibile come a voler recuperare tutto il tempo passato. Manu è una giovane donna con una massa di morbidi riccioli castani a incorniciare un volto dolce e sereno, con occhi pronti a illuminarsi quando parla della sua piccola peste di due anni, Pietro, che voglio conoscere quanto prima per adottarmelo come nipotino! Andate a vedere il suo blog se non lo conoscete, perché è proprio come lei, semplice e solare. Grazie Manu, per aver saputo leggere fra le mie righe e avermi offerto nel tuo sorriso tanto affetto sincero :) alla prossima.

E adesso veniamo alla ricettina, perché avendo scoperto che il contest di FLAVIA è ancora ospitato da GIULIA, mi sono prodotta in una bella torta salata, che mi ha riportato a lunghe e assolate vacanze in Grecia.




La ricetta di Giulia la trovate QUI. Rispetto all'originale  ho ridotto un po' le dosi, ho usato spinaci surgelati e ho aggiunto un peperone giallo, perché nella mia mente la feta è indissolubilmente legata all'insalata greca che è appunto un trionfo di peperoni ;) Allora ecco la quiche feta, spinaci e peperone.

SPANAKOPITA

2 confezioni di pasta sfoglia
2 cipolle
400 g di spinaci surgelati in foglioline
1 peperone giallo piccolo
250 g di feta 
2 uova
sale, olio 

Stufate le cipolle in padella con un po' di olio. Aggiungete gli spinaci ancora surgelati e portateli a cottura mescolando di tanto in tanto. In una ciotola riunite gli spinaci, il peperone pulito e tagliato a dadini piccoli, la feta a dadini e le uova; mescolate il tutto benissimo. In una tortiera disponete una  sfoglia e bucherellate il fondo con una forchetta, versate il ripieno e coprite con l'altra sfoglia sigillando bene i bordi. Ungete leggermente d'olio la superficie e infornate a 180° per 40 minuti. Una volta terminata la cottura spegnete il forno e mettete la quiche sul ripiano più basso per farla asciugare (circa 10 minuti).




Ungendo d'olio la superficie, la sfoglia si gonfierà un po' come vedete nella foto. Come dire, effetto pasqualina!

A domani, buona serata a tutti, passo da voi.

Stasera colors and food

21 gennaio 2013

Ciao a tutti, come è partita la vostra settimana? La mia sembra di quelle, speriamo che si raddrizzi e prosegua meglio :(

Per distrarmi vi racconto lo spettacolo di sabato scorso. Ho visto Piccoli crimini coniugali di Eric-Emmanuel Schmitt. 




Si racconta di uno scrittore che dopo aver subito un brutto incidente domestico torna a casa dall’ospedale completamente privo di memoria, ragiona ma non ricorda, non riconosce più neppure la moglie, che tenta di ricostruire la loro vita di coppia tassello dopo tassello cercando di oscurarne le ombre. Via via che si riportano alla luce informazioni dimenticate si manifestano delle crepe: sono molte le cose che cominciano a non tornare. Come mai lei mente? E perché non vuole avere rapporti, anche se lui ne è fortemente attratto? E come mai lui ricorda particolari del viaggio di nozze e della sera in cui si sono conosciuti? L'autore costruisce un vero giallo coniugale, dove la verità non è mai ciò che sembra e la violenza di coppia come la menzogna vengono completamente riviste per assumere significati nuovi. A poco a poco si capisce che l'incidente non è stato tale, che lei ha molta paura di essere lasciata, perché è troppo innamorata per concepire una vita senza il marito, e che perciò beve per non pensare. Lui sa come stanno le cose, sa che la moglie ha tentato di ucciderlo e finge di aver perso la memoria per cercare di capire, per sapere se è possibile recuperare il loro rapporto, perché è profondamente innamorato. E' come se i due protagonisti dovessero attraversare un piccolo inferno per poter ricominciare da capo. Alla fine lei disperata se ne va, ma ha bevuto troppo, non riesce ad allontanarsi e rientra in casa sfinita, lui la accoglie, e in un gioco bellissimo si scambiano le parti e si raccontano il loro primo incontro: quello che aveva detto lui diventa quello che dice lei e viceversa. Sono pronti a ritrovarsi.

Piccoli Crimini Coniugali ha avuto un'adesione violenta da parte del pubblico. All'uscita del teatro le coppie reagivano diversamente a seconda dell'età.
I ventenni mi dicevano “Sei crudele”;
i quarantenni “Che realismo”;
i sessantenni “Che tenerezza”.
Avevano tutti ragione:
a 20 anni si vorrebbe che l'amore fosse semplice,
a 40 anni si scopre che è complicato,
a 60 sappiamo che è bello proprio perché è complicato.
Eric-Emmanuel Schmitt

Questa volta tantissimi applausi, meritati del resto!




Questo mese, con la storia del week end a Torino, sono indietro con i contest e ho il COLORS & FOOD di CINZIA e VALENTINA che mi chiama a gran voce. Perciò questa sera è dedicata al bianco con un tocco di rosso.




La prima ricetta è una rivisitazione di una mia cosa che trovate QUI, finalmente, dai e dai, è venuta come volevo. Le uova di salmone mi hanno dato il tocco di rosso.




FILETTO DI SOGLIOLA CON PANNA ACIDA E UOVA DI SALMONE

8 filetti di sogliola
300 g di patate
latte
panna fresca
yogurt bianco
succo di limone
sale, pepe bianco
uova di salmone

Battete i filetti sogliola, salateli, pepateli e avvolgeteli a due a due attorno a 4 coppapasta del diametro di 3 cm. Fasciate i cilindretti con carta fata e fate cuocere a vapore per 5-6 minuti. Lasciate raffreddare. Lessate le patate, schiacciatele e preparate un puré sodo aggiungendo il latte necessario, regolate il sale. Preparate la panna acida con o yogurt, la panna fresca e il succo di limone, dosando gli ingredienti secondo il vostro gusto. Sfilate i cilindri di pesce dal coppapasta, riempiteli con il puré aiutandovi con un sac-à-poche, intiepidite al MO, quindi decorate con la panna acida e le uova di salmone.




Passo da voi, prima di andarmene a cuccia, baci a presto!

Una domenica del picio, ovvero quando la Toscana e la Liguria si incontrano!

20 gennaio 2013

Ciao amici, eccomi tornata! E' stato un we di pioggia e freddo, nel quale ho fatto un mare di cose, oltre a cucinare: sono stata al cine e di nuovo a teatro, ma di questo vi racconterò un'altra volta, oggi il post è dedicato ai pici di PATTY, che ha proposto questa bellissima pasta della sua Toscana per la sfida dell'MTC.




Quando è uscito il piatto della sfida, devo confessare che ho avuto un attimo di panico, ma è stato solo un attimo, fare la pasta è una cosa che mi piace e di solito mi riesce, quindi fra ieri e oggi mi sono concentrata. Perché dovevo anche trovare un sugo adatto a questa pasta povera, contadina, semplice. Ho cercato nella mia Liguria, dove spesso la pasta è impastata solo con farina e acqua. E questo è quello che ho prodotto. Cominciamo dai pici, per i quali ho seguito la ricetta di Patty, che vi riporto parola per parola.

PICI

200 gr di farina 00
100 gr di farina di semola rimacinata
2 generosi cucchiai d’olio extra vergine
1 pizzico di sale
1 cucchiaino di ortica in polvere
acqua q.b. (circa 1 bicchiere)

Fate la fontana con le due farine miscelate. Versate l’olio, il pizzico di sale e cominciate a versare lentamente l’acqua, incorporando la farina con una forchetta. Non usate troppo sale nell'impasto perché diversamente si indurisce. Quando la pasta comincerà a stare insieme, cominciate ad impastare con energia utilizzando il palmo delle mani vicino ai polsi. Se necessario, aggiungete acqua o farina. Piegate la pasta su se stessa come quando impastate la pasta all’uovo e non stirate mai troppo l’impasto per non sfibrarlo. Dividete l'impasto in due parti e ad una metà unite l'ortica. Proseguite con i due impasti separatamente, massaggiando con energia per almeno 10 minuti. Dovrete ottenere una pasta liscia, vellutata e abbastanza morbida. Fate riposare una mezz’ora avvolta nella pellicola. 




Quando la pasta è pronta, tagliatene un pezzetto e fatene una pallina, quindi sulla spianatoia stendetela con il matterello ad uno spessore di 1 cm. Con un tagliapasta o un coltello affilato, tagliate tante striscioline larghe circa 1 cm e coprite il resto della pasta con la pellicola affinché non si secchi. 




Cominciate a "filare" i pici, rollando la pasta con il palmo delle mani e contemporaneamente stirandola verso l'esterno. Una volta tirato il picio, fatelo rotolare nella farina di semola o di fioretto affinché non si appiccichi agli altri. 







E adesso veniamo ai miei sughi.


PICI CON TOCCO DE ARTICIOCCHE

300 g circa di pici all'ortica
4 carciofi
2 acciughe salate, pulite e sfilettate
1 cipolla
1 ciuffo di prezzemolo
1 spicchio d'aglio
½ bicchiere di vino bianco
1 manciata di olive taggiasche
olio, sale, pepe bianco

Pulite i carciofi, tagliateli a spicchi sottili e metteteli in acqua acidulata perché non anneriscano. Tritate la cipolla, il prezzemolo e l'aglio e fate imbiondire nell'olio in cui avrete fatto sciogliere i filetti d'acciuga. Unite i carciofi e fateli rosolare, quindi bagnate con il vino e quando sarà evaporato portate a cottura unendo acqua o brodo vegetale. A fine cottura pepate e regolate il sale.
Fate lessare i pici in abbondante acqua salata, scolateli e saltateli nel sugo di carciofi. 
 





PICI CON TOCCO DE CONIGGIO

300 g circa di pici
1 kg di coniglio
6 salsiccette di coniglio
100 g di olive nere
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 gambo di sedano
1 rametto di rosmarino
qualche foglia di salvia
1 foglia d'alloro
un rametto di maggiorana
qualche rametto di timo limone
qualche noce
1 bicchiere di vino rosso
brodo vegetale q.b.
olio, sale
parmigiano grattato

Fate a pezzi il coniglio, tritate i fegatini e spellate due salsicce sbriciolandole. Tritate la cipolla, il sedano, l'aglio e gli aghi di rosmarino e fateli rosolare in una pentola di coccio; quando saranno coloriti, unite il coniglio e fatelo colorire a fiamma alta, quindi bagnate con il vino. Quando sarà evaporato unite i fegatini, le salsicce sbriciolate e quelle intere, le noci tritate grossolanamente e tutte le altre erba legate a mazzetto. Portate a cottura unendo il brodo. A cottura ultimata, regolate il sale e unite le olive. 
Fate lessare i pici in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con l'intingolo del coniglio e a piacere con parmigiano grattato.





Ecco qua :)

Adesso passo da voi, buona settimana, a presto!


Un grande Macbeth!

16 gennaio 2013

Ciao amici, eccomi qui, fra un esame e l'altro. Niente da ricordare, preparazione media, una quantità di voti tra il 20 e il 25, come dire "senza infamia e senza lode"...

Fa molto freddo, c'è una bella spruzzata di bianco sui nostri monti e i forti di Genova hanno un aspetto magico! Spero solo che la neve resti lassù, perché ho bisogno di muovermi e di andare a lavorare. 

Ieri sera sono andata a teatro. Ho visto Macbeth, per la regia di Andrea de Rosa, con Giuseppe Battiston e Frédérique Loliée. Mi è piaciuto moltissimo.
La lettura del regista è contemporanea, la scena è un salotto Ikea, le luci giocano un ruolo fondamentale. Macbeth del resto è uno dei personaggi più attuali di Shakespeare: in ciascuno di noi c'è una zona d'ombra, sotto forma di tentazione, di desiderio inconfessabile e pericoloso. Quanto sia difficile tenere a bada tutto ciò, ce lo dicono le cronache di tutti i giorni. De Rosa coniuga Shakespeare con l'horror e mette in scena uno spettacolo truculento, al quale Battiston offre una fisicità straordinaria. Il suo Macbeth è massiccio, robusto, orrendo, ma anche tenero e pacioso, a volte infantile mentre gioca con le vite degli altri e la sua. Frédérique Loliée è una lady Macbeth esile e terribile, energica e nello stesso tempo debole, avvolta in una follia che non lascia scampo. La sua cadenza francese affascina e stordisce e dà al linguaggio di Shakespeare un che di particolare. Le streghe sono sostituite da tre bambolotti, di quelli che sembrano bambini veri, la loro voce è metallica e stridula, e sono molto più inquietanti di qualunque maschera. La tragedia va avanti per due ore senza intervallo, in un crescendo che toglie il respiro e non lascia spazio agli applausi. Peccato che ce ne siano stati pochi anche alla fine, la gente si aspetta sempre cose classiche e resta interdetta davanti alla novità. A volte anch'io sono critica e mi dico che il regista non deve stravolgere, se mai si scriva un testo! Ma ieri sera ero letteralmente rapita e questi personaggi attuali che usavano un linguaggio del seicento, eppure così moderno, mi hanno regalato uno spettacolo praticamente perfetto. E Battiston che amo dal tempo di "Pani e tulipani", mi si è confermato attore straordinario e a tutto tondo.




E adesso la ricetta, molto adatta al clima ;)


POLPETTINE IN BRODO 

1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 cucchiai di erbe tritate (timo, rosmarino, prezzemolo, maggiorana)
50 g di mollica di pane
250 g di carne tritata di vitello
150 g di prosciutto cotto tritato
1 uovo
1 manciata di grana grattato
latte q.b.
brodo di carne
olio, sale, pepe, noce moscata

Brasate la cipolla e lo spicchio d'aglio tritati con olio e acqua, unite la erbe tritate e togliete dal fuoco dopo qualche minuto. Mettete la mollica del pane a bagno nel latte. Amalgamate la carne, il prosciutto, la mollica strizzata, le erbe aromatiche con cipolla e aglio e l'uovo, quindi regolate sale e pepe e profumate con la noce moscata. Formate delle piccole polpettine che farete cuocere nel brodo bollente. Servite a piacere con parmigiano. 



Ciao a tutti, passo da voi, buona serata!

CUCINA REGIONALE LIGURE: il menù tipico


14 gennaio 2013

Ciao amici, questo è il nostro ultimo appuntamento con la cucina regionale: la nostra rubrica chiude i battenti, almeno in questa forma. Per salutarvi, vi proponiamo un menù tipico delle nostre regioni, secondo il suggerimento di BABI e RENATA.

 


Queste sono le regioni che hanno partecipato alla rubrica: ci sono tutte le splendide terre che formano la nostra Italia; vi voglio ricordare i blog e i blogger che hanno aderito all'iniziativa e hanno viaggiato con tanto impegno sul nostro magico carrozzone! E' stato un piacere, ma anche un privilegio, lavorare con tutti loro, che abbraccio con affetto sincero :)
 

La CALABRIA di Renata del blog  Rosa ed io 

La CAMPANIA di  Tina  del blog  Le ricette di Tina

La SICILIA di Rumi del blog Cucina che ti passa

La TOSCANA di Ilaria e Tommy del blog  Non solo piccante

La LOMBARDIA di Babi del blog  L’angolo cottura di Babi

Il VENETO di Elisa e Laura  del blog  Semplicemente buono

Il FRIULI VENEZIA GIULIA di Stefania del blog  Nuvole di farina

Il PIEMONTE di Michela del blog  La casa di Artù

L' EMILIA ROMAGNA di Elena del blog  Zibaldone culinario

Il TRENTINO ALTO ADIGE di Yrma del blog  A fiamma dolce

La PUGLIA di Milena del blog  Breakfast da Donaflor

Il LAZIO di Elly del blog  Chez Entity 

L'UMBRIA  di Mimì  del blog  2 amiche in cucina

 
Le MARCHE di Sabrina del blog  La creatività e i suoi colori

L'ABRUZZO di Eva del blog  In cucina da Eva

La VALLE D’AOSTA di Cinzia del blog  L’appetito vien mangiando

La SARDEGNA di Vicky del blog  Vickyart-Arte in cucina 

La BASILICATA di Nadina del blog  Pasticciando con Magica Nanà

Il MOLISE di Loredana del blog La cucina di mamma Loredana



Per rappresentare la mia Liguria e regalarvi qualcosa di speciale, vi propongo un menù tutto nuovo di mare e di terra:

GAMBAI IN SGUASSETTO
CORZETTI STAMPE'
TOTANI PIN
PANELLA


Cominciamo con l'antipasto. Per questa ricetta ho usato i gamberi di Santa Margherita che sono rossi e grandi, con una carne tenera molto saporita. Vengono pescati con le reti a "strascico" in alto mare. Rendono benissimo in qualunque modo vengano preparati, se li mangiate crudi, a carpaccio, avrete tutto il sapore del mare in bocca!


(immagine dal web)

GAMBERI IN SGUASSETTO - GAMBAI IN SGUASSETTO

½ kg di gamberoni
200 g di polpa di pomodoro
1 spicchio d'aglio
1 ciuffo di prezzemolo
vino bianco secco
1 cucchiaio di farina
olio, sale

Sgusciate i gamberi. Tritate aglio e prezzemolo e fate rosolare nell'olio, unite i gamberi e fateli colorire. Bagnateli con poco vino e quando sarà evaporato, aggiungete la polpa di pomodoro, salate e fate restringere. Alla fine unite la farina e mescolate bene per evitare che si formino grumi, quindi servite.



Come primo ho preparato i corzetti stampati, una pasta davvero preziosa che abbellisce la tavola. Si confezionano con appositi stampi di legno, in tal modo la pasta avrà la ruvidezza necessaria per condirsi bene. Le antiche famiglie genovesi facevano preparare gli stampi con il loro stemma, per ricordare ai commmensali la nobiltà della famiglia e per affermare la loro importanza.





CORZETTI STAMPATI - CORZETTI STAMPE'

350 g di farina 00
50 g di farina di spinaci
4 uova
1 cucchiaio di pinoli
rametti di maggiorana fresca
grana grattato
burro
sale

Impastate 200 g di farina con 2 uova e un pizzico di sale e la restante farina con quella di spinaci, le altre due uova e un altro pizzico di sale. Fate riposare i due impasti, poi tirateli con la macchina al numero 4 in modo che le sfoglie restino abbastanza spesse. Con l'apposito stampo preparate i corzetti bianchi e verdi e fateli riposare su un vassoio infarinato almeno un giorno. Lessateli in abbondante acqua salata e conditeli con burro fuso e i pinoli passati al mixer con la maggiorana. Servite con una spolverata di grana.





Per secondo ci sono i totani ripieni. I totani e i calamari si usano moltissimo nella cucina ligure e si preparano in vari modi, in umido con i piselli, in zimino cioè in zuppetta con le erbette, in insalata e naturalmente fritti. Per prepararli ripieni occorre un po' di pazienza, ma il risultato è decisamente gradevole.



TOTANI RIPIENI - TOTANI PIN

8 piccoli totani
1 ciuffo di prezzemolo
1 cucchiaio di pinoli
1 spicchio d'aglio
1 uovo
50 g di grana grattato
2 cucchiai di piselli sgranati
1 fetta di pane carré bagnata nel latte
200 g di polpa di pomodoro
vino bianco secco q.b.
olio, sale

Lavate e pulite i totani, tagliando i tentacoli e svuotando bene la sacca. Tritate i tentacoli finemente e metteteli in una ciotola con l'aglio e il prezzemolo tritati, il grana, l'uovo, i piselli, il pane strizzato e sbriciolato, i pinoli e sale. Amalgamate il composto quindi riempite le pancine dei totani e fissate con uno stecco. Fate scaldare l'olio e rosolatevi i totani, quindi bagnate con il vino e fate evaporare. Salate, unite la polpa di pomodoro e portate a cottura, unendo acqua se il sugo si asciugasse troppo. Servite ben caldo.



























E infine ecco il dessert: il castagnaccio. In realtà questo dolce è comune a molte regioni, anche se ognuna ci mette qualcosa di suo. Questa è la ricetta ligure.



CASTAGNACCIO - PANELLA

200 g di farina di castagne
400 g di acqua
30 g di zucchero
1 pizzico di sale
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di uvetta
1 cucchiaio di scorzette d'arancia candite
1 rametto di rosmarino
olio EVO

Diluite la farina con l'acqua, lo zucchero e il sale, mescolando bene affinché non si formino grumi. Unite all'impasto i pinoli, l'uvetta e le scorzette. Ungete con due cucchiai abbondanti d'olio un tegame basso del diametro di 26-28 cm. Versatevi l'impasto, cospargete con gli aghetti di rosmarino, quindi infornate a 200° per 30 minuti. Il castagnaccio sarà pronto quando sulla superficie si saranno formate delle piccole crepe. Fate raffreddare e servite.




Ed ecco la mia poesia per voi.


BAXAICO'

Baxaicò che o s'alleva
fra e parme e fra i limoin,
a-o vento de terrasse
in sce-e prie di barcoin,
che in te 'na feuggia sola,
comme in te 'na bandea
o spampaggia o profummo
de Zena e da Rivea
che in Australia, in te Meriche
da un tondo ben condìo
o te parla de patria
co-o sò gusto savoìo.


BASILICO

Basilico che si coltiva/ fra le palme e i limoni,/ al vento delle terrazze/ fra le pietre dei balconi,/ che in una foglia sola,/ come in una bandiera/ spande il profumo/ di Genova e della Riviera/ che in Australia, nelle Americhe/ da un piatto ben condito/ ti parla di patria/ con il suo gusto saporito.
 


Ora vi saluto, ma prometto di tornare con le ricette della mia Liguria, perciò continuate a seguirmi, a presto!

Carla Emilia

P.S. Devo fare una piccola confessione, nel sugo dei totani ci sono dei piselli, è che uno che evidentemente ho riempito troppo è scoppiato durante la cottura... ;) quindi fate attenzione!