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La piccola fiammiferaia

30 novembre 2012

Sono due giorni che Genova è paralizzata dallo sciopero degli operai dell'Ilva-Cornigliano. Oggi pomeriggio sono uscita a piedi e sono passata vicino a Piazza Corvetto, cuore della manifestazione. Le strade erano deserte: gli accessi erano tutti bloccati, passavano solo i pedoni. Sembrava di essere in una città postatomica, un silenzio incredibile. Poi sono arrivata in via XX settembre: improvvisamente era tornato tutto normale, traffico, gente, bar pieni per l'aperitivo, negozi bardati a festa, perfino un artista di strada che riempiva di musica i portici. Io stessa stavo andando all'enoteca per l'assaggio del venerdì. E mi si è infilata nella testa la fiaba della piccola fiammiferaia, che nella notte dell'ultimo dell'anno muore fra l'indifferenza della gente mentre si scalda accendendo i suoi fiammiferi che le regalano sogni meravigliosi. La piccola fiammiferaia è ancora qui, con il volto degli operai dell'Ilva o dei profughi di Lampedusa o dei Siriani in guerra: nell'indifferenza generale tenta di scaldarsi. Mentre tornavo a casa, ho notato che le camionette della polizia se ne andavano, quindi la manifestazione era terminata: a casa il TG mi ha detto che l'accordo era stato raggiunto e che gli operai torneranno al lavoro. Il calore di quel fiammifero è arrivato anche al mio cuore.

Possiamo mangiarci insieme un dolcetto per festeggiare questa buona notizia.


CROSTATA DI ZUCCA

300 g di pasta frolla
600 g di polpa di zucca
150 g di zucchero
3 uova
30 g di farina
1 pizzico di cannella in polvere
150 ml di panna fresca
zucchero a velo
cacao amaro

Tagliate la zucca a dadini e mettetela ad appassire nel MO alla massima potenza per 8-10 minuti. Tenete da parte. Preparate la crema: sbattete le uova con lo zucchero fino ad avere un composto spumoso e chiaro, unite la farina, la cannella e la panna a filo. Stendete la pasta frolla ad uno spessore di 5 mm circa, e foderate 4 minitortiere da 8-10 cm di diametro, ricoperte di carta forno. Disponete sul fondo i dadini di zucca e ricoprite con la crema. Infornate a 180° per 25-30 minuti. Servite spolverando di zucchero a velo o cacao a piacere.






Due news: 
1 - ho avuto una nomination nel contest di CINZIA e VALENTINA, cliccate QUI, se volete vedere di cosa si tratta :) 
2 - il mal di gola sta riducendo la mia voce, mi sono ritirata in un mutismo assoluto :(

Ora passo da voi, bacioni e buon we!

Polpettine e alberi di Natale

27 novembre 2012

Ciao amici, eccomi qui, ho un po' di tempo per il blog. Oggi mi sono fatta quasi cinque ore di lezione fra mattina e pomeriggio, domani solo tre al mattino ;) Il problema è che la gola comincia a fare i capricci, spero solo di resistere fino al 20 dicembre, che peraltro mi sembra lontanissimo. Certo che al di fuori delle lezioni, limito molto le chiacchiere, anche a casa, con mia mamma, mi riduco a qualche monosillabo... e quando vado a casa mia nel weekend, silenzio assoluto! Però le mani vanno e cucino.

Ecco una delle produzioni di sabato scorso.


POLPETTINE DI TONNO AL SUGO

400 g di tonno fresco
1 spicchio d'aglio
1 ciuffo di prezzemolo
qualche foglia di basilico
2 cucchiai di pangrattato
4 cucchiai di pecorino grattato
1 cucchiaio di pinoli
1 cucchiaio di uvetta
1 uovo
300 ml di salsa di pomodoro
farina
olio

Pulite il tonno, eliminando pelle e lische, e tritatelo al mixer. Mescolatelo poi al pangrattato, al formaggio, all'aglio e prezzemolo tritati, all'uovo, ai pinoli e all'uvetta tagliuzzati al coltello. Quando l'impasto sarà omogeneo, fate delle polpette grandi come una noce, passatele nella farina e friggetele in una padella antiaderente con poco olio. Quando saranno ben colorite, scolatele su carta assorbente. In una casseruola riscaldate la salsa di pomodoro con le foglie di basilico e un giro d'olio, unite le polpettine e fatele insaporire per una decina di minuti, quindi servite caldo.






Ecco sfornato il terzo tipo di polpettina che mando al contest di LAURA




Lo scorso we ho preparato anche il mio albero di Natale. Non è vero, perché appena hanno inventato gli alberi finti, di quelli mi sono servita. Tanto mi piaceva l'abete decorato, quando ero piccola, tanto mi dispiaceva vederlo spogliarsi dei suoi aghi e finire in spazzatura, passate le feste, ridotto ad un mucchio di rami secchi. D'altra parte gli alberi finti sono diventati sempre più belli. Quello che ho ora è un pino Douglas, che ho comprato per il Natale del 1996. Durante l'estate ero stata negli USA, al Grand Canyon, fra gli altri posti. Oltre a camminare e a scendere verso il fiume, oltre a gustarmi quei panorami mozzafiato, ho fatto il volo in elicottero. Si parte da una piccola aerostazione, da cui si sorvola un'immensa foresta di pini Douglas, prima di arrivare sul Canyon, che si apre come una grande ferita e racconta la storia della madre terra. Lassù ci si sente piccoli e insignificanti, ho ancora precisa la sensazione che ebbi allora. Quella stessa sera andai a vedere il tramonto da uno sperone roccioso. Eravamo in tanti, ma tutti zitti, c'era un silenzio quasi irreale: il sole, immenso, se ne scese maestoso dietro le rocce, lasciando un cielo colorato di viola, dove già brillava la luna, una piccola falce, luminosissima, e un vento leggero, il respiro della madre terra, così dicono i pellerossa. Lo stessa respiro che ho sentito nel vento al Kakadu Park, in Australia, dove gli aborigeni non prendono niente alla terra che non sia loro strettamente necessario, per non derubarla, arrivando a scavare i loro deejeridoo solo nei rami caduti al suolo, camminando leggeri come a non disturbare. Il mio albero di Natale ha tutto questo racchiuso in sé, è carico di bei ricordi e farlo splendere di luci è come fargli un regalo. E farne uno anche a me.  E questo è un aspetto del Natale che amo molto.

Ciao, penso che tornerò nel weekend, bacissimi :)

CUCINA REGIONALE LIGURE: o stuffou

26 novembre 2012


Ciao amici, eccoci al nostro appuntamento quindicinale con la cucina regionale. Oggi vi proponiamo, su suggerimento di BABI e RENATA, stufati, brasati e spezzatini. Venite a vedere nelle nostre cucine e sentite che meravigliosi profumini girano nell'aria ;)




CALABRIA:  spezzatino alla silana  di ROSA ED IO

CAMPANIA: 
spezzatino napoletano  di LE RICETTE DI TINA

TOSCANA:  cinghiale in dolceforte  di NON SOLO PICCANTE


LOMBARDIA:  stufato lombardo  di L’ANGOLO COTTURA DI BABI


VENETO:  spezzatino di musso  di SEMPLICEMENTE BUONO

FRIULI VENEZIA GIULIA: carne spicada in selvadigo di NUVOLE DI FARINA

PIEMONTE:  stufà id mansu  di LA CASA DI ARTU'

EMILIA ROMAGNA:  tasca di manzo ripiena  di ZIBALDONE CULINARIO

TRENTINO ALTO ADIGE:  lesso con la peverada   di A FIAMMA DOLCE

LAZIO:   coda alla vaccinara
  di CHEZ ENTITY

UMBRIA:  spezzatino marinato al vino rosso
di 2 AMICHE IN CUCINA 

MARCHE:  pasticciata di nonna Lidia   di LA CREATIVITA' E I SUOI COLORI 

ABRUZZO:
brasato con peperoni  di IN CUCINA DA EVA

VALLE D’AOSTA: 
carbonata  di L’APPETITO VIEN MANGIANDO

SARDEGNA:
  bocconcini di maiale in umido
  di VICKYART-ARTE IN CUCINA

BASILICATA:  bollito dei pastori   di PASTICCIANDO CON MAGICA NANA'

MOLISE:  zuppa di fagioli con spezzatino  di LA CUCINA DI MAMMA LOREDANA



.... e per la Liguria c'è lo stuffou.


Un tempo lo stufato di carne era un piatto molto popolare, il classico secondo delle osterie e delle trattorie dopo il minestrone. Oltre che con le patate viene arricchito con carciofi, melanzane o piselli. Diventa così un piatto completo molto adatto alla stagione fredda.



STUFATO - STUFFOU

500 g di carne di vitellone a dadini
200 g di patate
3 carciofi
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
2 rametti di rosmarino
1 bicchiere di vino bianco secco
salsa di pomodoro
olio, sale

Affettate sottilmente la cipolla e fatela rosolare nell'olio, unite la carne e fatela rosolare a fiamma alta. Quando è ben colorita, bagnate con il vino e fate evaporare. Tritate aglio e rosmarino; tagliate a dadini le patate dopo averle sbucciate; pulite i carciofi togliete le foglie più dure e affettateli, mettendoli in acqua acidulata con limone perché non anneriscano. Quando il vino sarà evaporato, unite il trito, le patate e i carciofi, aggiungete circa 1 bicchiere di salsa, quindi coprite e portate a cottura a fiamma bassa, unendo acqua o brodo quando necessario. Il sughetto dovrà rimanere denso. Regolate il sale a fine cottura. 




 Ed ecco un'altra filastrocca

E campann-e de San Loenso 
quande seunnan fan bon tempo

E campann-e da Foxe
e han 'na bella voxe 

E campann-e da Nunsià
quande seunnan fan cantà

E campann-e di Cappùççin
quande seunnan fan din din

E campann-e de San Scì
quande seunnan fan corrì

Perché son in faccia a-o mà
fa piaxei sentì sunnà.


Le campane di San Lorenzo quando suonano fanno bel tempo/ Le campane della Foce hanno una bella voce/ Le campane della Nunziata quando suonano fanno cantare/ Le campane dei Cappuccini quando suonano fanno dindin/ Le campane di San Siro quando suonano fanno correre/ Perché sono in faccia al mare fa piacere sentirle suonare.


Ci sentiamo stasera, buona giornata a tutti!

Polpettine n.2

25 novembre 2012

Ciao amici, sono un po' presa dalla preparazione delle lezioni, ma vorrei lasciarvi una ricettina veloce in questa sera umida e più che mai novembrina. E' nata fra le arancine per l'MTC, perché nel prepararle mi sono ricordata di queste polpettine semplici ma appetitose. Allora le ho confezionate ed eccole pronte per il  contest di LAURA




POLPETTINE DI RISO

200 g di riso
2 uova
1/2 spicchio d'aglio tritato finissimo
un cucchiaio di prezzemolo tritato
una manciata di parmigiano o pecorino grattato
sale
pangrattato
olio per friggere

Lessate il riso in acqua salata e raffreddatelo sotto l'acqua corrente, quindi unitevi le uova, l'aglio, il prezzemolo e il formaggio.
Fate delle piccole palline, passatele nel pangrattato e friggetele. Servite ben caldo.





Torno al dovere. Non dimenticatevi dell'appuntamento con il regionale domani mattina, un abbraccio e buona serata!

Il Festival dell'Eccellenza al Femminile

24 novembre 2012

Ciao amici, stasera vi racconto la "cosa" che ho combinato in questi giorni e che mi ha non poco rasserenato. Ho partecipato al FESTIVAL DELL'ECCELLENZA AL FEMMINILE. In qualità di blogger, perché fra le varie manifestazioni c'era quella di proporre assaggi preparati in locali caratteristici del centro storico.



5 foodBloggers nei vicoli del centro storico
svelano i segreti delle loro ricette
proponendo performances di showcooking
cucinando piccoli deliziosi piatti dove
LA MELAGRANA,
simbolo del Festival, è la protagonista.

CHI SONO

QUANDO
da mercoledi 21 novembre a sabato 24 novembre
dalle 17.30 alle 18.30

DOVE
mercoledi 21
BAR ALL EYES ON ME Piazza Posta Vecchia
PUB LA LEPRE Piazza della Lepre 5r
PUB 4 CANTI Via 4 Canti di San Francesco 28r
RISTORANTE LOCANDA SPINOLA Vico della Scienza
Giovedì 22
PUB 4 CANTI Via 4 Canti di San Francesco 28r
RISTORANTE LOCANDA SPINOLA Vico della Scienza
venerdì 23
BAR ALL EYES ON ME Piazza Posta Vecchia
PUB LA LEPRE Piazza della Lepre 5r
sabato 24
BAR ALL EYES ON ME Piazza Posta Vecchia
RISTORANTE LOCANDA SPINOLA Vico della Scienza


Mercoledì ero al PUB LA LEPRE e giovedì al PUB 4 CANTI, mentre stasera sono andata a trovare PATRIZIA e FABIANA e poi ci siamo prese un aperitivo insieme per festeggiare.


Ecco le foto della manifestazione.






















Questo locale moderno e accogliente è il PUB LA LEPRE, dove ho preparato una mousse di ricotta. La ricetta la trovate QUI, la decorazione è stata fatta con cacao amaro e melagrana. Stefano, il padrone del locale, è un ragazzo molto simpatico e gentile che mi ha veramente coccolata, mi ha offerto un aperitivo (l'Arancia Meccanica) e anche un calice di vino, con il risultato che me ne sono tornata a casa praticamente sulle ginocchia e che tuttora non mi ricordo che vino ho bevuto ;)




Per il PUB 4 CANTI ho preparato un visual-finger-christmas food.





Questo locale è di Giampaolo, disponibile e professionale, con il quale mi sono fatta tante belle chiacchiere.





























Questo è il BAR ALL EYES ON ME, dove Patrizia ha preparato una deliziosa mousse al cioccolato bianco con mini-pavlova alla melagrana.

Prima di chiudere vi posto la ricetta del mio alberello.


ALBERELLO DI VERDURE

300 g di cimette di broccolo
300 g di patate
chicchi di melagrana
fette di pancarré
burro
sale

Lessate le cimette di broccoli in acqua bollente salata. Lessate anche le patate, dopo averle pelate, mettendole in acqua fredda salata. Passate al mixer i broccoletti e fate asciugare il puré ottenuto in una padella antiaderente senza condimenti. Schiacciate le patate e unite i due puré, aggiungete una noce di burro e regolate il sale. Mettetelo in una sac-à-poche e create nei piattini di servizio tanti alberelli. Decorate con stelline di pane carré tostate al forno e con i chicchi di melagrana.


Passo a salutarvi, buona domenica!

E finalmente, polpette!

23 novembre 2012

Ciao amici, eccomi, faccio il punto della situazione: ho lavorato parecchio (lezione tutti i giorni), ma ho fatto anche una cosa bella che si concluderà domani e della quale vi parlerò domani sera; è venerdì e mi aspetta il weekend, quindi me ne sto tranquilla e voglio godermelo tutto. Seguo i vostri preziosi consigli, mi prendo tempo e sorrido :) Siete stati come sempre meravigliosi, GRAZIE!

Prima di passare a ringraziarvi uno per uno, posto la mia ricetta. E' per il contest di LAURA e ci voleva un contest per spingermi sulla strada delle polpette :D




Perché devo confessarvi che l'unica volta che ho provato a farle, ho confezionato delle cose che avevano difficoltà a rimbalzare su una racchetta da tennis! Quindi come dire ho appeso le scarpe al chiodo. Ma a me le polpette piacciono proprio e quindi ci ho finalmente riprovato. Ho seguito una ricetta de "La cucina italiana" con qualche modifica, che vi dico subito: anziché solo carne ho messo metà carne e metà mortadella, perché nonna Maria diceva che le polpette senza "mortazza" non sono proprio da considerarsi, e oltre al prezzemolo ho messo nell'impasto la maggiorana, perché a Genova la maggiorana si mette ovunque, anche nel caffellatte.
Allora, pronti via.


POLPETTINE IN UMIDO DI MELANZANE

2 melanzane
250 g di carne tritata di vitello
250 g di mortadella
2 cipollotti
1 gambo di sedano
1 uovo
1 fetta di pancarré
1 spicchio piccolo d'aglio tritato
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
3-4 rametti di maggiorana tritata
1 cucchiaio di basilico tritato
2 cucchiai di farina
1 cucchiaio di latte
sale, olio

Tagliate a metà le melanzane, incidete la polpa a griglia con un coltello, ungetele d'olio, appoggiatele con il taglio in basso su una placca foderata di carta forno. Fatele ammorbidire a 180° per 45-50 minuti. Bagnate nel latte la fetta di pancarré, spolpate ½ melanzana e tritatela. Poi riunite in una ciotola la polpa di melanzana, la fetta di pane strizzata, la carne, la mortadella tritata, l'uovo, l'aglio, il prezzemolo e la maggiorana. Rimescolate e salate, quindi preparate delle polpettine piccole e infarinatele. Rosolatele in poco olio e quando saranno ben colorite, allontanate dal fuoco. Tagliate a rondelle i cipollotti e a fettine sottili il sedano, rosolate tutto nell'olio, unite la polpa, tritata grossolanamente, delle melanzane rimanenti, salate e unite il basilico, dopo 5-6 minuti aggiungete anche le polpettine e fate cuocere tutto a fuoco vivo per altri 5 minuti. Servite ben caldo.





E adesso con un occhio a Carlo Conti e al suo "Tale e quale", passo da voi. Bacissimi, buon we!

Un pezzetto di cuore

20 novembre 2012

Ciao amici, stasera non vi posto ricette, stasera posto me stessa. Perché sono stanca ed è solo martedì e arrivare al week end mi sembra un'impresa impossibile. Sono sopraffatta! Troppe cose da fare, e troppe che proprio non riesco nemmeno a pianificare: e non si tratta solo del parrucchiere, ad esempio non riesco a mettermi due ore in santa pace a fare il registro delle lezioni. Spesso penso che dovrei staccare le spine, ma non ci riesco, ho smesso da un pezzo di essere perfezionista, lascio molte cose andare come vanno e tuttavia non ho tempo!
Ma anche voi vivete così? e che cavolo di vantaggio ne abbiamo? Io proprio nessuno... E' tantissimo tempo che al mattino della domenica, anziché scattare dal letto come se si fossero rotte le molle, non me ne sto al calduccio con un bel libro e la tazza del caffellatte! Sapete cosa penso? Ho già la scuffia da Natale, ecco. Questa festa che amo tantissimo e che odio più di ogni altra, che mi vorrei godere andando per le strade a cercare regaletti e cose curiose, fra mercatini e negozi, che vorrei passasse senza essersi nemmeno palesata, che mi fa contare i posti vuoti a tavola e mi riempie di tristezza, che mi porta luci e colori e mi stupisce come quando ero bambina, che vola via leggera con le sue carte disegnate e lascia solchi profondi di amarezza....
Vabbé la pianto lì, ma ditemi qualcosa, vi lancio la palla, rimandatemela.
Sapete, qualche anno fa, veramente era il '95, me ne sono scappata, mio papà non c'era già più, ho spedito letteralmente mia mamma a Roma dal parentado, ancora tutto vivo e vegeto, e me ne sono andata in Sudafrica. Che meraviglia! Come scapperei di nuovo, certo mi porterei dietro la mia anima e i miei ricordi, ma è un po' come dire che i soldi non fanno la felicità, cosa alla quale rispondo che comunque è più confortevole piangere su una rolls royce, che su una panda. Quando sono via, lo sapete, è vedere un mondo diverso che mi tira su, mi fa drizzare la schiena e sorridere. Dovrei sorridere, devo sorridere, devo farcela....
Ora la pianto davvero, scusatemi, so per certo che alcuni hanno problemi più seri dei miei e che la vita non è in discesa ma in salita...
Buonanotte, un abbraccio :)

Un dolce copiato per un mare di bontà!


19 novembre 2012

Ciao a tutti, sono reduce dalla mia ultima lezione a Savona, per fortuna, perché mi sono stancata moltissimo ad andare avanti e indietro. Per di più c'è molto che bolle in pentola in questa settimana e aver chiuso una cosa mi solleva un po'.

Stasera vi posto un dolce veramente buono, che segna la mia partecipazione al contest di FLAVIA per il mese di novembre. La recipe-tionist è STELLA e la ricetta che le ho copiato è l'angel cake.




Era un pezzo che giravo intorno a questa bella torta della tradizione americana e nonostante sia un dolce da banchetto funerario, mi ci sono buttata a pesce.
La ricetta di Stella, che trovate QUI, è stata riprodotta pari pari con tanto di semini di papavero, perché non avrei proprio saputo come cambiarla. Non avendo lo stampo da angel cake, l'ho preparata in uno stampo da plumcake scanalato e quando sono andata a tagliarla, sono venute delle fette che vagamente ricordano quelle ali di cartone che si mettono sulla schiena dei bimbi nella recita di Natale! Ho fatto anche due plumcake piccoli con l'avanzo dell'impasto.



Allora ecco la ricetta, con qualche piccola modifica!
 

ANGEL CAKE 

12 albumi d'uovo (480 g circa)
5 g di cremor di tartaro
250 g di zucchero
1 bustina di vanillina
150 g di farina
1 pizzico di sale
2 cucchiai di semi di papavero

Versate gli albumi, a temperatura ambiente, in una ciotola capiente e sbatteteli con le fruste; quando inizieranno a montare, aggiungete il cremor tartaro setacciato e, dopo un paio di minuti, lo zucchero e la vanillina, non tutto insieme, ma in tre volte. Sbattete ancora per qualche minuto, quindi cominciate a unire la farina e il sale setacciati, poco alla volta, agendo con una spatola dal basso verso l'alto per non smontare gli albumi. Versate il composto nello stampo, rivestito di carta forno, livellate per bene il composto sbattendo leggermente lo stampo sul piano di lavoro (in questo modo usciranno anche eventuali bolle d'aria presenti all'interno) e cuocete a forno statico già caldo a 180° per circa 35-40 minuti. Trascorso il tempo indicato, fate la prova con lo stecchino ed eventualmente prolungate la cottura di qualche minuto. Sformate l’angel cake immediatamente su di una gratella e lasciatelo raffreddare; volendo potete spolverizzare con zucchero a velo vanigliato.





Tanto perché mi sono incuriosita, questi sono lo stampo e i cakes presi dal web.  E visto che uno stampo simile ce l'ho, la prossima volta ci provo :)










Adesso passo da voi, a presto, buona serata!

Palermo-Genova, solo andata

18 novembre 2012

Ciao amici, ci siamo, oggi è stato il giorno dell'MTC e delle arancine. Eh sì perché questo mese seguiamo le indicazioni di ROBERTA e prepariamo questo meraviglioso piatto della tradizione siciliana. Ci ho passato tutta la domenica, i passaggi sono tanti e li ho seguiti precisi come un rito. E per quanto abbia già preparato arancine nella mia vita, queste sono state tutta un'altra storia e il loro sapore veramente eccezionale.
Il titolo del post è parafrasato da un film con Roul Bova e Giancarlo Giannini, forse lo ricordate ("Milano-Palermo solo andata") e significa che le mie arancine sono partite dalla Sicilia per arrivare qui e riempirsi di tre classici condimenti della cucina ligure. 




Allora procedo con ordine. Per la preparazione ho seguito la ricetta di Roberta che trovate QUI, ma che vi riporto passo passo.


LE ARANCINE DI RISO

Per il riso
1 kg di riso originario
2,5 l circa di brodo vegetale (con carota, cipolla, sedano)
una bustina di zafferano
50 g di burro
50 g di parmigiano grattugiato
una cipolla medio-piccola
olio EVO q.b.
sale q.b.


Per la lega
800-900 ml d'acqua
la metà di farina
una manciata di sale

Per la panatura
700-800 g di pangrattato


Per la frittura

2 l di olio di semi di arachide



Il riso va preparato in anticipo perché deve essere ben freddo al momento della preparazione delle arancine. Preparate il brodo vegetale con gli aromi. Una volta pronto, togliete carota, sedano e cipolla e scioglietevi lo zafferano. Regolate di sale. In un tegame capiente, date un giro abbondante di olio e fate appassire la cipolla tagliata finemente. Versate il riso e fate tostare un pochino. Versate poi buona parte del brodo (non tutto in modo da poterne aggiungere all'occorrenza regolandosi in funzione del tipo di riso e della sua cottura). Quando il riso sarà al dente e si presenterà piuttosto compatto (non all'onda come un tipico buon risotto), togliete dal fuoco e immergete il tegame nel lavello riempito d'acqua fredda (evitando che l'acqua entri all'interno!) e mantecate con il burro e il parmigiano grattugiato. Una volta intiepidito, versate il riso in una teglia e lasciate  raffreddare completamente. Poi coprite con carta d'alluminio e conservate in frigorifero per almeno 3-4 ore.

Una volta pronti anche i ripieni.... si parte!
Prima di tutto disponete a portata di mano tutti gli ingredienti necessari e qualche vassoio grande.
Cominciate dalla preparazione della "lega". Si tratta della pastella di acqua e farina che serve a sigillare l'arancina e a creare una base per la panatura con il pangrattato che aiuterà a conferire doratura, spessore e croccantezza al punto giusto. Versate l'acqua in una scodella profonda, aggiungete la farina, una bella manciata di sale e amalgamare bene con una frusta. Tenete da parte e passate alle arancine. Con una mano prendete un po' di riso e date la forma rotonda o ovale. Posate le "future" arancine su un vassoio e proseguite fino a terminare il riso. Lasciatele riposare per una mezz'ora, in modo che il riso si compatti bene, rendendo poi più facile la farcitura. Per farcire, tenete l'arancina con una mano, con il pollice dell'altra mano create un buco in alto e al centro e cominciate ad allargarlo spingendo sia verso il basso che sui lati. Posate nuovamente la palla di riso sul vassoio e passate alle altre, fino a completarle tutte. Per quelle ovali, con il pollice occorre fare una pressione al centro per lungo, spingendo anche in questo caso verso il basso e sui lati.
A questo punto si passa alla farcitura. Con la punta delle dita prendete un po' di ripieno e inseritelo all'interno del buco precedentemente creato. Poi chiudete l'arancina, un po' spingendo il ripieno verso il basso e un po' cercando di portare in avanti il riso per chiudere l'arancina. Girate l'arancina tra le mani per ridarle la forma e rendere la superficie liscia e compatta, senza buchi o piccole fessure. Posate l'arancina con il ripieno sul vassoio e passate ad un'altra, fino a completarle tutte. Quando tutte le arancine saranno pronte sul vassoio, passate alla "lega". Date qualche colpo di frusta alla pastella e poi immergete singolarmente le arancine dentro la lega, poggiandole sul vassoio, fino al completamento dell'operazione per tutte le arancine. Per la panatura versate il pangrattato in un vassoio e, ad una ad una, passatevi le arancine, pressandole bene con le mani per "saldare" lega e pangrattato. E infine si frigge. Versate l'olio in un tegame piuttosto alto. Quando l'olio sarà caldissimo, immergete le arancine poche alla volta per 2-3 minuti o comunque fino a quando non risulteranno dorate in superficie. Servitele caldissime!




Ed ecco i tre sughetti liguri con cui le ho farcite.


TOCCO DE FUNZI (sugo di funghi) 

150 g di funghi porcini freschi
1 spicchietto d'aglio
1 rametto di rosmarino
1/2 bicchiere d'olio EVO
2-3 cucchiai di salsa di pomodoro
1 cipolla piccola
sale

Tritate cipolla, aglio e rosmarino e rosolateli nell'olio, quindi unite la salsa. Dopo qualche minuto aggiungete anche i funghi puliti e tagliati a pezzetti piccoli. Regolate il sale e cuocete a fiamma bassa per un'ora circa. Se asciugasse troppo, unite acqua, ma lasciatelo abbastanza denso.

Questo sugo l'ho usato così, per farcire le arancine rotonde. 




TOCCO DE MOSCARDIN E GAMBAI (sugo di moscardini e gamberi)

100 g di gamberi già puliti
100 g di moscardini
1/2 cipolla
1 spicchio d'aglio
1 ciuffetto di prezzemolo
olio EVO, sale
vino bianco q.b.

Pulite i moscardini e affettateli, tagliate a tocchetti i gamberi. Tritate la cipolla, l'aglio e il prezzemolo e rosolate nell'olio, unite poi gamberi e moscardini e quando saranno insaporiti, bagnate con il vino. Regolate il sale e portate a cottura. Basteranno 15-20 minuti.

Per la farcitura ho mescolato il sugo con qualche cucchiaio di besciamella e l'ho usato per le  arancine ovali. Ho messo anche qualche dadino di San Ste, un formaggio di latte vaccino tipico della Val d'Aveto, dolce e delicato.





PESTO

2 mazzi di basilico
1 manciata di pinoli
40 g di parmigiano
olio EVO 
sale grosso 
1 manciata di fagiolini
2 patate 
 
Preparate il pesto. Pulite il basilico lavandolo velocemente e facendolo asciugare bene. Mettete nel mixer il basilico, i pinoli, il parmigiano e 1 bicchiere d'olio; cominciate ad azionare, spegnendo a tratti per non scaldare troppo le foglie, aggiungete una manciata di sale grosso e tanto olio per ottenere una salsa cremosa. Lessate separatamente fagiolini e patate e tagliateli a tocchetti piccoli. Mescolate le verdure al pesto.

Per la farcitura ho mescolato pesto e verdure con qualche cucchiaio di besciamella e ho usato anche questo per le  arancine ovali. Ho messo anche qualche dadino di San Ste.


 


Così ho preparato la besciamella. Ho fatto sciogliere 30 g di burro, ho unito 30 g di farina, tutta insieme, fuori dal fuoco; ho mescolato bene, poi ho riportato al fuoco per un paio di minuti. Ho fatto raffreddare. Ho portato quasi a bollore 300 ml di latte, ne ho unito una parte al composto di burro e farina, mescolando energicamente per avere una pastella omogenea. Ho unito poi il latte rimasto e ho riportato al fuoco, facendo riprendere il bollore e facendo cuocere 5 minuti, sempre mescolando. Alla fine ho regolato il sale. 



Penso che per stasera possa bastare!

Passo da voi,  a domani amici, buona serata.