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LIGHT & TASTY: il cartoccio




29 febbraio 2016


Buongiorno a tutti, l'appuntamento di oggi con LIGHT & TASTY è dedicato alla cottura al cartoccio, un modo sano di preparare i cibi, che cucinati così non hanno bisogno di molto condimento e mantengono intatti i loro principi alimentari e le loro qualità organolettiche.




Ecco cosa abbiamo preparato per voi.


Carla: lonza arrotolata con funghi e scarola 









Ho scelto di preparare un arrosto con la lonza di maiale, perché è un taglio molto magro e, come ho detto sopra, preparato al cartoccio non ha bisogno di condimenti. Per il cartoccio ho usato la pellicola da forno o carta fata, potete usare anche i sacchetti da forno, che si trovano facilmente ai super.  La carne di maiale, specie se si scelgono i tagli magri, fornisce circa 145 Kcal/100 g e costituisce un’ottima fonte di proteine ad alto valore biologico. Contiene inoltre sali minerali, soprattutto ferro e zinco, e vitamine, specie B1, B2, B6 e B12. Grazie a ciò, la carne di maiale è antianemica, aiuta l'accrescimento dei tessuti, supporta la funzionalità epatica e la maturazione dei globuli rossi, previene le malattie cardiovascolari. Per gli amminoacidi che fornisce attraverso le proteine, mantiene le funzioni delle cellule in genere, in particolare di quelle del tessuto nervoso. Se ben cotta, è poco grassa e facilmente digeribile.
E allora andiamo con la ricetta!






LONZA ARROTOLATA CON FUNGHI E SCAROLA

800 g di lonza di maiale
300 g di scarola
300 g di funghi porcini
40 g di pangrattato
40 g di grana grattato
½ bicchiere di vino bianco secco
30 g di burro
olio EVO, sale, pepe

Lavate la scarola, tagliatela a striscioline, lavatela, asciugatela e fatela appassire in una padella con una presa di sale, 10 g di burro e 1 cucchiaio d'olio. Pulite i funghi, affettateli e uniteli alla scarola proseguendo la cottura per 10 minuti. Aggiungete alla fine anche il pangrattato e il grana. Aprite la lonza a libro e battetela per assottigliarla un po', salatela e pepatela e cospargetela con il mix di scarola e funghi. Arrotolate e fissate con lo spago e avvolgete con carta fata (pellicola da cottura), quindi passate in forno a 180° per 45 minuti. Fate riposare una decina di minuti, poi togliete carta e spago, affettate e servite.





Un abbraccio a tutti, ci vediamo lunedì prossimo :)

Eccomi di nuovo ad ospitare il recipe-tionist!



25 febbraio 2016

Ciao a tutti! Con molto piacere ospito per la terza volta il recipe-tionist, un bellissimo contest, per il quale ho sviluppato dipendenza, inventato da FLAVIA ;)




Per chi conosce già il gioco, le regole sono un po' cambiate, infatti le ricette verranno raccolte fra il 15 e il 30 del mese, in questo caso marzo.
Per chi non ha mai partecipato, QUI ci sono le regole; comunque si tratta di copiare una mia ricetta, poi lasciare il link del vostro post QUI. Se volete lasciare il link anche sul mio blog verrò subito a curiosare cosa avete riproposto.
QUI trovate l'elenco delle mie ricette.

Ho vinto per il mese di marzo copiando una gustosissima ricetta della mia carissima amica ELENA, la spoja lorda.




Se devo raccontarvela tutta, questa cosa ha risollevato parecchio il mio morale, perché l'elaborazione della perdita di mamma richiede ancora tempo. Il fatto di non poterle parlare a volte mi fa stare proprio male. Mi capita di vivere situazioni che vorrei dividere con lei, ma NON LO POSSO FARE! E allora vorrei andare a nascondermi in un isolotto perso in mezzo all'oceano o in cima alla classica montagna a rosicare...


Dunque vi aspetto, se vi andrà di copiare una mia ricetta. Ne sarei davvero felice e sarebbe un bel modo per ringraziare FLAVIA di avermi scelto ed ELENA di avermi nominato

Bacioni, a presto :) 

Idea menù: lo street food




24 febbraio 2016

Eccoci al mercoledì di IDEA MENU', oggi dedicato allo street food. Adesso il "cibo da strada" va decisamente di moda e spesso utilizziamo queste ricette per aperitivi con gli amici o come merenda per i nostri ragazzi. Perciò molto volentieri vi lasciamo i nostri suggerimenti :)






Carla: panzerotti 





I panzerotti che vi propongo sono uno street food internazionale, mi è capitato di mangiarne in molte parti del mondo e anche in Italia si stanno diffondendo sempre di più. Li conosco da quando ero piccola, perché mia nonna spesso li preparava per la merenda: li riempiva con verdure o formaggio o salumi o anche ricotta e cacao e questi, nemmeno a dirlo, mi piacevano tantissimo. Poi un passaggio in forno ed eccoli caldi e invitanti.  QUI trovate i panzerotti con gli spinaci, QUI i kibinai lituani e  QUI i tiropittakia greci e sotto li trovate ripieni di verdure estive e di zucchine pomodori e mozzarella. Se volete li potete friggere, ma cotti al forno restano più leggeri e ugualmente golosi.



PANZEROTTI ALLE VERDURE

250 g di pasta sfoglia
2 zucchine
1 melanzana
1 peperone giallo
1 cipollina
1 uovo
40 g di grana grattato
basilico
olio, sale

Lavate e tagliate a cubetti le verdure e affettate la cipolla. Rosolate il tutto in olio e fateli cuocere al dente. In una terrina mescolate le verdure con l'uovo, il grana e il basilico spezzettato. Regolate il sale. Ricavate 8 dischi dalla pasta e farciteli con il ripieno, chiudete a mezzaluna e cuocete a 180° per 30 minuti circa.



PANZEROTTI ZUCCHINE, POMODORI E MOZZARELLA

250 g di pasta sfoglia
1 mozzarella
1 cipollotto
150 g di zucchine
6 pomodorini piccadilly
1 lattuga
olio, sale, peperoncino

Rosolate il cipollotto affettato in 2 cucchiai d'olio, unite i pomodori a cubetti puliti e privati dei semi, le zucchine affettate e un pizzico di sale. Cuocete per 5 minuti quindi unite alcune foglie di lattuga tagliate a striscioline. Cuocete finché sarà evaporata l'acqua di cottura. Regolate il sale. Stendete la sfoglia e ricavatene 8 dischi, farcite con il composto di verdure e la mozzarella che avrete tagliato a dadini. Chiudete a mezzaluna e cuocete i panzerotti a 180° per 15-20 minuti.






Buona giornata a tutti, a presto!

LIGHT & TASTY: i carciofi




22 febbraio 2016


Buongiorno a tutti, LIGHT & TASTY torna oggi con i carciofi, un dono preziosissimo della natura, dal momento che sono ricchi di principi attivi e hanno diverse proprietà terapeutiche. 
Infatti hanno pochissime calorie (circa 25 kcal per 100 g), sono gustosi, contengono fibre e una buona quantità di calcio, ferro e potassio. Hanno effetti diuretici, disintossicanti e antipertensivi. La cinarina, di cui è molto ricco il capolino, cioè la parte usata in cucina, provoca un aumento del flusso biliare e un calo dei livelli di colesterolo, svolgendo una buona attività epatoprotettrice.
Ricordiamo tutti quella famosa pubblicità che consigliava un liquore a base di cinarina contro il logorio della vita moderna. E allora forza con i carciofi!




Ecco i nostri suggerimenti.


Carla: insalata di patate carciofi calamari e gamberi al profumo d'arancia  











INSALATA DI PATATE CARCIOFI CALAMARI E GAMBERI AL PROFUMO D'ARANCIA

4 patate
4 carciofi
200 g di calamari già puliti
8 gamberi
2 arance
aceto balsamico
qualche stelo di basilico
olio EVO, sale, pepe
succo di limone

Fate cuocere le patate in acqua fredda leggermente salata, poi pelatele, schiacciatele e conditele con olio e sale. Pulite i carciofi, tagliateli a spicchi sottili che metterete in acqua acidulata con succo di limone. Fateli poi saltare in padella con un filo d'olio e portateli a cottura aggiungendo l'acqua necessaria, salate a fine cottura e aggiungete qualche foglia di basilico spezzettata. Fate lessare i calamari in acqua salata a cui avrete aggiunto la scorza di 1 arancia. Sgusciate e pulite i gamberi quindi fateli saltare con olio e il succo di ½ arancia. Disponete un po' di puré di patate nei piatti singoli, adagiatevi i calamari, i carciofi e infine i gamberi. Fate un'emulsione con olio, succo d'arancia e aceto e condite l'insalata, salate e servite.


Buona settimana, a presto :)

La fonduta mongola e la città imperiale




21 febbraio 2016

Eccoci all'ultima puntata del viaggio e al mio ultimo giorno come ambasciatrice della Cina. Siamo a Pechino e giriamo la città.


21 agosto 1997

Mattinata alla Città Proibita. Ci andiamo in taxi, le Giuseppine, Patti e io, facendo un lungo giro intorno ai fossati fino all'ingresso. La Città Proibita, che occupa 72 ettari di terreno, appare splendida, eppure ancora più doveva apparire quando comprendeva anche il Parco Bei Hai e la Collina del Carbone. Il fossato che la circonda è pieno d'acqua e la cinta muraria alta 13 m, che non doveva essere superata in altezza da nessun'altra costruzione in Pechino, presenta sui quattro angoli mastodontici torrioni di guardia. Entriamo dalla porta Wumen in un ampio cortile con un fiume scavalcato da cinque ponti e arriviamo alla Porta dell'Armonia Suprema, oltre la quale si apre un immenso cortile capace di ospitare centomila persone. Sullo sfondo troneggia il Palazzo dell'Armonia Suprema. Il colpo d'occhio è straordinario: è tutto un susseguirsi di costruzioni leggere dipinte di rosso granata con i tetti a pagoda gialli (il colore dell'Imperatore) e scale e portali. Ci sono grandi bacili di bronzo che venivano tenuti pieni d'acqua per scongiurare il pericolo di incendi e bracieri nei quali bruciavano legni di sandalo e di rosa e incenso per profumare l'aria e riempire di nuvole l'ambiente così da dare l'impressione di una città sospesa al limite del cielo. Il Palazzo dell'Armonia Suprema custodisce il trono del dragone. I palazzi che seguono, quello dell'Armonia Protetta e dell'Armonia Perfetta, servivano all'imperatore bambino per apprendere i suoi doveri e come sala per cerimonie minori. Per accedere alla Porta della Purezza Celeste si scende una scala dove si trova il grande tappeto di marmo, un monolito di 16,5 m di lunghezza per 3 di larghezza, del peso di 250 tonnellate! Dalla porta si entra nella zona privata dove ci sono il palazzo che custodisce il trono dell'imperatrice e altri di minore importanza ma non meno eleganti. Alla fine si arriva alla Porta della Tranquillità Terrestre da cui si accede ai giardini. Al di là dei bei nomi che hanno porte e palazzi, all'interno della Città Proibita la vita non doveva essere tanto tranquilla: eunuchi e concubine lottavano per il potere, qualcuno spariva, teste cadevano, nemici più o meno dichiarati o ritenuti tali venivano condannati a morte. Dietro i brillanti colori e gli smalti lucenti ribolliva un mare torbido di incertezze e inquietudine nel quale nemmeno il più abile capitano si poteva sentire sicuro di alcunché. Da tutta la città comunque emana un fascino che da tempo immemorabile conquista il cuore e la mente degli occidentali. Basterà fare gli otto inchini di rito davanti al trono del dragone per evocare lo spirito di qualche imperatore?




Usciamo dalla Città Proibita attraverso la Porta della Fierezza Divina e andiamo alla Collina del Carbone, costruita con il materiale di scarto della città stessa e con la terra di scavo dei fossati. Custodiva il carbone che serviva come combustibile per la Città Imperiale. Saliamo fino al Padiglione delle Diecimila Sorgenti dal quale si gode uno straordinario panorama della Città Proibita, del Parco Bei Hai con la sua Dagoba Bianca, delle Torri del Tamburo e della Campana e di tutta Pechino.


immagini dal web

Nel pomeriggio andiamo a visitare il Tempio del Cielo. L'Imperatore vi si recava due volte l'anno: nel primo mese del calendario lunare, per la festa della Lanterna, chiedeva agli dei e agli spiriti del sole, della luna, delle nuvole, della pioggia, del tuono e dei fulmini di benedire il raccolto futuro; al solstizio d'inverno per ringraziare del raccolto dell'anno precedente. Si faceva una lunga processione che si snodava lungo le vie di Pechino dalla Città Proibita, ma nessuno doveva vederla. Tutti stavano chiusi in casa con le finestre sbarrate. Il Tempio della Preghiera per un Buon Raccolto si trova in fondo ad un cortile quadrato all'interno e tondo all'esterno, su una triplice terrazza. Sul davanti del tempio ci sono i palazzi che servivano da depositi e mattatoi. Il Tempio della Volta Celeste Imperiale è più piccolo e ha un significato commemorativo e infine l'Altare Circolare, chiuso in una duplice cinta di mura, è costruito come una triplice terrazza rotonda, al centro della quale si svolgevano i sacrifici. Il Tempio del Cielo è un complesso grandioso, che regala agli occhi un'immagine armoniosa grazie alla perfetta fusione dei colori: blu e verde per i tetti (i colori del cielo e della fede), rosso spento per le pareti e bianco per i marmi degli altari, della balaustre e delle scalinate, il tutto contro il verde tenero dei prati curatissimi e l'azzurro fondo del cielo di questa giornata splendida.




22 agosto 1997

Andiamo a fare un giro intorno ai fossati della Città Proibita e poi in piazza Tien'anmen, una delle più grandi del mondo (800 m di lunghezza per 500 m di larghezza). Sulla piazza si aprono il Palazzo dell'Assemblea del Popolo, il Museo di Storia Cinese, il Mausoleo di Mao e la Città Proibita. 



immagine dal web

Siamo circondate dalla solita massa di persone che non si disperdono nemmeno in questa gigantesca piazza. Allora ce ne andiamo in taxi al Tempio del Lama, uno dei più grandi di Pechino. Superiamo l'Arco d'Onore e attraverso un giardino arriviamo alla corte più interna con le Torri del Tamburo e della Campana. Sui vari cortili si affacciano numerose sale di preghiera, fra cui quella dell'Eterna Armonia con i Budda del passato, del presente e del futuro, e quella delle Diecimila Benedizioni che ospita una statua del Budda Maitreya alta 23 m e scolpita in un unico tronco di legno di sandalo.




Qui è tutto molto tranquillo, le persone sono silenziose e raccolte, l'aria è piena del profumo d'incenso che si libera dalle migliaia di bastoncini accesi. Un po' stordite andiamo ancora al Quartiere delle Legazioni dove fino alla caduta dell'Impero si godeva di extraterritorialità e vi avevano sede le ambasciate e i consolati dei paesi stranieri. Ancora oggi questa zona ha un aspetto europeo, le case hanno bei giardini e facciate eleganti, insomma si respira un'aria diversa...
Ormai è il tramonto, il Monumento agli eroi della Nazione si accende di una luce particolare e nel cielo si alzano come ogni sera gli aquiloni che ricordano la rivolta del 1989.




Ecco, il viaggio è finito, domani torniamo a casa.
Quando a Marco Polo, in prigione, fu chiesto di ritrattare quello che aveva scritto, pensando che avesse lasciato galoppare un po' troppo la fantasia, non lo fece. Anzi rispose che non aveva raccontato nemmeno la metà delle cose che aveva visto. Io ho raccontato tutto, ma non visto che una piccola parte di quello che la Cina può offrire.


E festeggiamo l'ultima sera a Pechino con la fonduta mongola. Enjoy!




FONDUTA MONGOLA

400 g di carpaccio di manzo
400 g di carpaccio di lonza di maiale
400 g di carpaccio di petto di pollo
200 g di vermicelli di riso
4 cipollotti
4 carote
2 melanzane
2 spicchi d'aglio
1 pezzetto di zenzero fresco
vino bianco
salsa di soia
aceto di mele
olio di riso
zucchero, sale
olio EVO
semi di sesamo tostati
brodo vegetale


Pulite e affettate per il lungo le melanzane e fatele cuocere a vapore per 15 minuti. Poi tagliatele a listerelle e fatele rosolare con l'olio EVO. A parte fate soffriggere l'aglio tritato con lo zenzero e bagnate con 2 cucchiai di salsa di soia, 1 cucchiaio di vino, 1 cucchiaio di aceto, 1 cucchiaio di olio di riso, 1 cucchiaio scarso di zucchero. Versate sulle melanzane, regolate il sale e cospargete con i semi di sesamo. Tagliate a striscioline sottili tutta la carne. Lessate i vermicelli di riso e conditeli con olio EVO. Tagliate a listerelle cipollotti e carote. Preparate per ogni persona delle ciotoline con i cipollotti, le melanzane, le carote, i vermicelli, la salsa di soia e le carni. Tenete il brodo bollente su un fornelletto in modo che ognuno possa intingervi la carne in modo da cuocerla. Ognuno sceglierà di condirla come preferisce, con le verdure crude, le melanzane o l'immancabile salsa di soia.







Ora sapete perché ho scelto di essere l'ambasciatrice della Cina: mi ha fatto tanto piacere ricordare questo viaggio insieme a voi. Quando ho scelto proprio questa vacanza per l'estate del 1997 volevo provare a me stessa che potevo resistere al caldo, alla fatica e al disagio. Non sapevo che avrei trovato paesi meravigliosi: il mio viaggio in realtà è cominciato in Uzbekistan e ho visto Kivha e Samarcanda e solo dopo aver attraversato il Kirghizistan sono arrivata in Cina. Non sapevo neanche che mi sarebbe rimasto qualcosa di molto prezioso: il prossimo anno Patti, le Giuseppine e io festeggeremo 20 anni di amicizia, un'amicizia che ha resistito molto bene alla lontananza, che ci ha portato a viaggiare ancora insieme, che ci ha permesso di condividere le nostre vite, che ha fatto di noi persone migliori. 

Grazie a tutti :)



Le immagini del Tempio del Cielo e del Tempio del Lama sono in parte prese dal web.