24 marzo 2016
La chiesa era piena di gente e c'era un silenzio composto. Nella navata sinistra un tabellone dove lasciare un pensiero e più avanti uno schermo da cui usciva sorridente Francesca e nella navata destra il gonfalone dell'Università. Non so se ci fossero rappresentanti delle istituzioni, non li ho visti, ma ho visto ragazzi di tutte le età, molto commossi. Tutti eravamo molto commossi, non si può restare indifferenti davanti a una vita spezzata, portata via da un errore che ha travolto anche altre vite e altre famiglie.
Quando ho sentito la notizia in tv e ho visto le foto delle ragazze, mi si è fermato il cuore per un attimo, perché Francesca Bonello l'ho riconosciuta subito, per quegli occhi luminosi e sorridenti, gli stessi che aveva quando mi si è seduta davanti per sostenere l'esame. Non ho avuto modo di conoscerla anche se era la nipote di una mia amica e compagna di scuola. Ma quando hanno parlato di lei stamattina nell'omelia ho sentito che era proprio come la descrivevano, piena di vita e solare. Ha lasciato un traccia di sé che non potrà essere dimenticata.
Come Valeria Soresin. Ho pensato anche a lei. E ho pensato che questi giovani che girano l'Europa come fosse davvero un unico grande paese, che hanno una fiducia illimitata nel prossimo, che si mettono a disposizione e affrontano qualunque situazione sorridendo, sono l'unica possibilità per far diventare migliore il mondo. Sono eroi di cui talvolta non conosciamo i nomi, non diversi da quelli che hanno combattuto una guerra, hanno fermato i carri armati a Pechino o hanno dato inizio alla Primavera di Praga. Sono creature su cui il cielo si china e a cui i fiori regalano il loro profumo.
E ho pensato che per non dimenticarle dobbiamo fare quello che si aspettano che facciamo. Che per me è continuare a insegnare tutto quello che so, meglio che posso, non smettendo di prepararmi e di studiare e di mettermi in gioco.
Buon viaggio, ragazze!