I macarons e la fortuna del principiante!

29 marzo 2013

Ciao amici,  macchevvelodicoaffare che sta piovendo :(  mi aggrappo piena di speranza alla previsione che annuncia un po' di sole per Pasqua e Lunedì....

Dal titolo del post avrete capito quale sarà la ricetta di oggi. E' da quando sono tornata da Parigi che avevo in mente di dedicarmi a questi dolcetti, anche perché ho comprato libretti e stampi e persino una bella scatola con tutto l'occorrente per prepararli. Sono partita da lì. Facile: tutto dosato, tutto pronto, bastava aggiungere l'albume. E così ho confezionato i miei primi macarons, ma ero così poco fiduciosa che non ho preparato nessuna crema per la farcitura e ho usato della marmellata di cedro. Ma erano proprio buoni, consistenti all'esterno e morbidissimi all'interno e, visto che erano al limone, la marmellata ci stava anche bene.




Poi sono passata al tentativo numero due, seguendo uno dei miei libretti con le ricette del maestro pasticcere "Chez Alain Ducasse". Che vi devo dire: la fortuna del principiante mi ha permesso di confezionare dei buonissimi macarons. Soltanto il colore non va bene, forse il colorante che ho usato è debole e occorrono più gocce. Comunque adesso devo migliorare l'aspetto, quindi farò presto altri tentativi. Intanto ecco la ricetta.



MACARONS AL LEMON CURD

110 g di mandorle spellate
220 g di zucchero a velo
5 g di fecola
120 g di albumi
50 g di zucchero semolato
30 gocce di colorante giallo

2 uova
1 limone non trattato
50 g di burro
60 g di zucchero
1 cucchiaino di farina

Frullate le mandorle nel mixer con lo zucchero a velo e la fecola alla massima velocità per ottenere una polvere finissima. Poi setacciate il tutto. Montate i bianchi a neve fermissima, quindi unite poco alla volta lo zucchero semolato sempre montando con le fruste. Le chiare saranno pronte quando sollevando le fruste si formerà un becco. Versate adesso in un colpo solo tutta la polvere di mandorle e mescolate con una spatola di gomma dal basso verso l'alto. Sciogliete il colorante in due cucchiai di impasto quindi unite all'impasto mescolando un po' più energicamente: dovrà risultare liscio e brillante. Con la sac-à-poche formate i macarons e lasciateli riposare a temperatura ambiante per 1 ora circa affinché si induriscano. Infornate a 150° per 10-12 minuti. Quando saranno cotti, lasciateli raffreddare prima di staccarli dalla placca.

Per il lemon curd, lavate il limone quindi grattate la scorza e spremete il succo. In una bastardella riunite le uova battute, il succo e la scorza del limone, lo zucchero e la farina, quindi cuocete a bagno maria fino a quando la crema si addensa. Togliete dal fuoco, aggiungete il burro a pezzetti e mescolate per farlo sciogliere. Fate raffreddare prima di farcire i macarons.



Gli albumi devono essere vecchi di un giorno e a temperatura ambiente, così faranno la "crostina" molto bene. Se li toccherete con un dito, prima di infornarli, saranno resistenti al tatto. Conservateli in frigo ma coperti con la pellicola o in una scatola, altrimenti si ammosciano!

La ricetta del lemon curd è di ZUCCHERO E ZENZERO.

Mando questa ricetta al Giveaway di VALE


 

Ora non mi resta che augurarvi una buonissima Pasqua. Passo da voi, bacissimi.

Un saporito cous cous di mare

24 marzo 2013

Ciao amici, domenica di pioggia, che ho passato a fare un po' di lasagne, che penso cucinerò a Pasqua, e a preparare le lezioni della settimana. Continuano a dire che pioverà fino al Lunedì dell'Angelo: non so come sopravviverò a tutta quest'acqua :(

Stasera devo assolutamente postare la ricetta per il contest di FLAVIA, visto che scade domani!



La vincitrice di marzo è LAURA,  che ha un blog molto simpatico pieno di ricette gustosissime che arrivano dritte dritte dalla sua Sicilia. Le ho copiato un cous cous di mare, delizioso. La ricetta originale la trovate QUI.
L'ho interpretato così.




Cous cous con cozze e gamberi

350 g di cous cous
1/2 kg di cozze 
400 g di gamberi sgusciati
passata di pomodoro q.b.
1 cipolla 
olio, sale

Lavate le cozze spazzolandole per bene e mettetele in una pentola, senza acqua né condimenti, per farle aprire. Recuperate poi i molluschi e filtrare il liquido che avranno rilasciato. Nel frattempo togliete con uno stuzzicadenti il budellino nero dei gamberi. Preparate un soffritto con olio e cipolla, 
aggiungete un po' di passata e lasciate stringere. Poi aggiungete i gamberi e le cozze. Se occorre bagnate il tutto con l'acqua delle cozze e a fine cottura regolate il sale. Preparate il cous cous secondo le istruzioni della confezione. Quando sarà pronto sgranatelo bene con una forchetta, quindi fatelo riposare per 5-10 minuti. Servitelo con il sughetto di cozze e gamberi.





Stasera non passo da voi, devo finire di sistemare alcune cose per la lezione, ma ci sentiamo domani sera, un abbraccio a tutti e buona settimana.

Un finger food ai peperoni, in bianco e giallo

23 marzo 2013

Ciao amici, dopo una mattinata con sprazzi di sole, siamo di nuovo all'acqua e pare che sarà così fino a Pasqua :(

Ieri sera sono andata al cineclub a vedere "Lincoln" di Steven Spielberg. Nel film si parla degli ultimi quattro mesi di vita del presidente che riuscì a porre fine alla schiavitù facendo approvare alla Camera dei Rappresentanti il 13° emendamento. Non fu una cosa facile, anche perché si era nel quarto anno di guerra civile e bisognava votare prima che la guerra finisse: la pace avrebbe di fatto reso inutile la votazione, almeno agli occhi della maggioranza dei Rappresentanti. Lincoln condusse una guerra nella guerra per arrivare a questa decisione che lo consegnò alla storia come uno dei più grandi presidenti americani. Spielberg confeziona un film-romanzo con personaggi che trovano il loro momento, ma che vivono della luce riflessa di Lincoln, attorno al quale tutti girano, irresistibilmente attratti dalla sua statura morale. Con il procedere del film risulta chiara la visione del presidente che combina idealismo e realtà: per Lincoln far passare l'emendamento è una questione di identità storica e privata. La storia lo costringe in un ruolo che non concede sconti e la vita privata è resa difficile da un figlio piccolo, che richiede attenzione, da uno grande che andrà in guerra e da uno morto di tifo che ha sconvolto la moglie. Ottenuta l'approvazione dell'emendamento e firmata la pace, Lincoln, che si appresta a trattare perché i neri abbiano il voto e siano cittadini come tutti gli altri, viene ucciso.
Daniel Day-Lewis si è preso un meritatissimo oscar come attore protagonista per questo ruolo che si è letteralmente cucito addosso. E io per tutto il film non ho potuto fare a meno di pensare che ora a guidare gli Stati Uniti c'è un presidente di colore!

Vi lascio un'altra ricetta in bianco e giallo, semplicissima e appetitosa.




BICCHIERINO CON CREMA DI PEPERONI E MOZZARELLA 

250 g di mozzarella di bufala
2 peperoni gialli
brodo vegetale
sale, pepe nero

Lavate e pulite i peperoni. Tagliateli a pezzetti e metteteli a cuocere per 10-15 minuti nel brodo già caldo. Passateli al mixer e poi al setaccio. Regolate il sale. Disponete la crema in 4 bicchierini e decoratela con la mozzarella tagliata a piccoli dadini. Servite a piacere con un giro di pepe nero.



Mando questa ricetta al contest di CINZIA e VALENTINA, il COLORS & FOOD di marzo.



E adesso passo da voi, buona serata!

La bavarese in giallo

21 marzo 2013

Ecco, è arrivata la primavera! E in effetti oggi è stata una bella giornata, anche tiepida, ma sono di nuovo previste piogge e non riesco a togliermi il piumino di dosso :( 

Qui non c'è che da consolarsi con un bel dolcetto. Perciò eccovi la mia delicatissima coccola.


BAVARESE AL LATTE CON CREMA PASTICCERA

per la bavarese
500 ml di latte
150 g di yogurt intero cremoso
150 ml di panna fresca
8 g di gelatina in fogli
50 g di zucchero

per la crema pasticcera
90 g di zucchero
3 tuorli
30 g di farina
300 g di latte
1 pizzico di sale
1 bacca di vaniglia
1 limone non trattato

Mettete a bagno la gelatina in acqua fredda. Portate a ebollizione il latte con lo zucchero e unitevi la gelatina strizzata, mescolando per farla sciogliere bene. Lasciate intiepidire e intanto montate la panna. Aggiungete al latte lo yogurt e quindi la panna, molto delicatamente per non smontarla. Amalgamate bene il tutto, quindi versate la crema in 4 stampini usa e getta e mettete a rassodare in frigo per almeno 8 ore.
Per la crema pasticcera, montate lo zucchero con i tuorli finché diventeranno chiari e spumosi, unite la farina e montate ancora un po'. Scaldate il latte con il sale, i semini della bacca di vaniglia e la scorza del limone grattata. Versate l'impasto di uova nel latte caldo, ma non a bollore, e continuate a mescolare con la frusta per far addensare. Fate raffreddare la crema, coperta con la pellicola affinché la superficie non secchi.
Sformate le bavaresi e decoratele con la crema pasticcera.





Mando questa ricetta alle carissime CINZIA e VALENTINA per il COLORS & FOOD di marzo in bianco e giallo.




E adesso corro da voi, a presto!

L'ITALIA NEL PIATTO: ricette pasquali dolci e salate

20 marzo 2013

Ciao a tutti, cari amici, oggi c'è l'appuntamento con L'ITALIA NEL PIATTO.


E sulle nostre tavole ci sono tanti gustosi suggerimenti per la Pasqua che si avvicina. Girando per i mercati si cominciano a vedere verdure e frutta primaverili, peccato che il tempo non sembra tanto dell'idea e la pioggia, il freddo e anche la neve tormentino abbondantemente alcune delle nostre regioni. Comunque via alle ricette pasquali dolci e salate. Ecco le nostre proposte.


Come vedete mancano alcune regioni, ma abbiamo un ospite. Si tratta di MARIANGELA che ha vinto il nostro contest riproducendo una delle ricette dello scorso appuntamento. Se volete partecipare, queste sono le regole:



Per la Pasqua sulle tavole dei genovesi non manca l'agnello che si cucina in diversi modi, ma soprattutto con le verdure di stagione, gli asparagi di Albenga, i piselli e i nostri bei carciofi, spinosi ma tenerissimi e saporiti. 




AGNELLO E CARCIOFI - AGNELLO E ARTICIOCCHE

500 g di spalla d'agnello
4 carciofi
1 spicchio d'aglio
un rametto di rosmarino
150 ml d'olio EVO
vino bianco secco q.b.
brodo q.b.
sale
succo di limone

Tagliate la spalla d'agnello a pezzi. Pulite i carciofi eliminando le foglie più dure, tagliateli a metà, eliminate la barba e quindi riduceteli a spicchietti. Metteteli a bagno in acqua acidulata con il succo del limone affinché non anneriscano. Potete utilizzare anche la parte più tenera dei gambi dopo averli spellati e tagliati a tocchetti. Mettete due cucchiai d'olio in una padella antiaderente e fate rosolare i pezzi d'agnello, sfumate con il vino e quando sarà evaporato, salate e bagnate con brodo, facendo cuocere per 30 minuti. A questo punto unite i carciofi ben sgocciolati e il rosmarino tritato, unite l'olio rimasto e terminate la cottura, bagnando con altro brodo se occorre.




Non mi resta che augurare buona Pasqua a tutti, ai miei compagni di viaggio e a chi ci legge, dando l'appuntamento al 20 aprile con tante altre ricette regionali!

La fideuà per l'MTC

17 marzo 2013

Ciao amici, eccomi. Weekend faticoso, ma almeno sono riuscita a preparare la ricetta per l'MTC. E l'ho preparata particolarmente volentieri, perché mi ha fatto precipitare in un mare di ricordi bellissimi. Nel '98 sono stata per 5 settimane in Australia; ho viaggiato lungo la costa orientale da Brisbane verso nord per entrare poi all'altezza di Darwin nel deserto rosso e attraverso Alice Spring scendere fino alla costa sud per terminare il tour a Sidney. Poco al largo della costa del Queensland si trovano le Whitsundays Islands, dove ho fatto una crociera in barca a vela di tre giorni. Il capitano della barca era un vecchio lupo di mare che gestiva tutto con l'aiuto della figlia. Fra le mansioni della ragazza c'era ovviamente la cucina. E secondo voi con chi ha cucinato una bella pastasciutta al pomodoro e tonno? Come dire che in un cucinotto da barca ci sono stata e me lo sono un po' vissuto :)
Ma cucinare la ricetta di MAI è stato soprattutto tornare là, a un mare limpidissimo nel quale nuotano pesci  dai colori incredibili, a spiagge bianchissime con le palme che scendono fino all'acqua, ad albe rosa, in cui l'unico rumore è quello dei gabbiani che gridano in un'aria tesa, profumata di sale, e a tramonti belli da strappare il cuore...
Quando cucino per l'MTC, cerco sempre di ricordare la Liguria, e nel caso della fideuà forse era più facile di altre volte. Ma ricordando che il mio dialetto è pieno di parole che arrivano dalla Francia e dalla Spagna e che la cucina ligure e quella di tutta la costa sud della Francia fino alla Spagna e poi oltre fino a Gibilterra, si strizzano l'occhio interpretando lo stesso piatto in mille modi che vorrebbero essere diversi, ma in realtà sono estremamente simili, mi sono lanciata in un'interpretazione della ricetta di Mai che è un po' bouillabaisse e un po' zuppa di pesce in zimino. Perciò ecco qui la mia

FIDEUAISSE IN ZIMINO



400 g di spaghetti tagliati in pezzetti di 2-3 cm 
6 pomodori ramati maturi 
2 spicchi d'aglio
3 gallinelle
4 triglie
1 filetto di scorfano
1 filetto di pesce cappone
1 trancia da circa 300 g di grongo
8 gamberoni
400 g di cozze
500 g di erbette
qualche piccolo fungo porcino (ho usato quelli surgelati) 
1/2 cucchiaino di paprica dolce
una bustina di zafferano
1 carota, 2 cipolle, 1 gambo di sedano
vermout dry
qualche gambo di prezzemolo
1 limone
1 punta di zucchero 
1/2 cucchiaino di paprica dolce 
pepe in grani
sale, olio EVO

per la salsa rouille
1 uovo
200 ml di olio di semi di girasole
1-2 spicchi d'aglio
sale 
1 cucchiaio di mix per salsa rouille 

Prima di tutto, preparate il fumetto di pesce. Togliete la testa ai pesci interi e sfilettateli, tenendo tutti gli scarti, pulite anche i filetti di scorfano e cappone e il grongo. Tagliate a pezzetti una cipolla, la carota e il sedano e soffrigeteli, in una pentola capace, con poco olio. Quando comincerà a fumare, unite tutti gli scarti del pesce (teste senza occhi e branchie, lische e un po' di polpa senza pelle), rosolate, sfumate con il vermut e fate evaporare l'alcol. Aggiungete adesso qualche cubetto di ghiaccio per creare uno shock termico, quindi coprite con acqua fredda, unite i gambi di prezzemolo, qualche fetta di limone e qualche grano di pepe. Poi fate andare a fuoco basso per circa 1 ora e 30. Alla fine passate tutto al chinois.
Lavate le erbette, tagliatele a striscioline, fatele saltare con poco olio in una padella antiaderente insieme ai funghi a tocchetti (se usate quelli surgelati, non occorre farli scongelare) e portate a cottura, regolando il sale alla fine. 
Fate aprire le cozze, dopo averle spazzolate, mettendole in una pentola con poca acqua su fiamma vivace. Quando si saranno aperte recuperate i molluschi. 
Tagliate a pezzi la polpa e i filetti di pesce messi da parte. Fate scaldare nella paellera 2 cucchiai d'olio, unite la cipolla rimasta tritata insieme a uno spicchio d'aglio, bagnate con un po' di fumetto, quindi aggiungete due pomodori spellati, privati dei semi e tagliati a dadini piccoli. Lasciate andare per 10 minuti, quindi unite tutti i pesci preparati e fate cuocere per una decina di minuti.
Togliete tutto dalla paellera e tenete in caldo. Versate ancora un po' d'olio nella paellera, unite gli spaghetti e fateli tostare più omogeneamente possibile, facendo attenzione a non bruciarli. Mettete da parte anche questi. 
Aggiungete ancora olio nella paella e cuocete i gamberi, dopo averli lavati, salate  alla fine e mettete da parte.
Lavate e sbucciate i pomodori rimasti. Tagliuzzateli piccoli, piccoli. Sbucciate lo spicchio d'aglio rimasto, spremetelo e fatelo soffriggere nell'olio, dopo qualche secondo aggiungete i pomodori. Unite una punta di zucchero, e più avanti correggete di sale. Se è necessario, e lo sarà, bagnate con il fumetto.  Quando il soffritto avrà cambiato colore e si sarà ridotto e addensato, versate lo zafferano sciolto con un po' di fumetto, amalgamate e aggiungete la paprica dolce. Quindi versate il fumetto sufficiente a coprire appena la pasta quando la butterete. Quando il brodo comincia a sobbollire buttate gli spaghetti, distribuendoli in tutta la paellera. Controllate bene il tempo di cottura: se si prevedono 10 minuti, dopo i primi 4 minuti, unite i pesci con il loro sughetto, le cozze sgusciate, le erbette e i funghi e portate a cottura mescolando dolcemente. Regolate il sale, adagiate i gamberoni e servite. L'insieme deve rimanere asciutto, sul fondo si formerà una crostina deliziosa di spaghettini un po' bruciacchiati che andrà a ruba!
 

Mentre cuoce il fumetto preparate la salsa rouille. Mettete nel bicchiere del mixer l'uovo intero e aggiungete l'olio, gli spicchi d'aglio schiacciati con lo spremiaglio e il sale. Immergete le lame fino in fondo e azionando alla massima velocità, alzatele lentamente: la maionese monterà in un baleno! Aggiungete poi il mix per la rouille, l'ho portato da Parigi, ma è soltanto un insieme di paprica e zafferano, che rende la maionese piccante e aromatica nello stesso tempo.


Ho servito la fideuaisse in zimino con crostini di pane e la rouille, il pane spalmato di salsa e mangiato con il pesce è squisito!



Con questa ricetta partecipo all'MTC di marzo, la ricetta originale di Mai è QUI.


Ora passo da voi, bacioni e buona serata :)

Habemus papam!

13 marzo 2013

Ciao amici, sto ascoltando le prime parole del nuovo papa: sono tanto contenta della scelta, mi piace l'idea di un papa che arriva da lontano, di un papa attento ai poveri, così attento da scegliere per se il nome del santo più povero della chiesa, Francesco.  Un nuovo papa apre sempre una pagina importante nella storia della cristianità: le attese sono grandi, non solo quelle dei credenti, ma quelle di tutto il mondo. Perché questi ultimi papi, a cominciare da Giovanni XXIII, sono usciti dal Vaticano e hanno vissuto letteralmente in mezzo ai popoli della terra. Spero tanto di essere affascinata da papa Francesco, così come mi affascinò papa Luciani e ovviamente Giovanni Paolo II. Devo confessare che non mi sono sentita così catturata da Benedetto XVI, forse non mi sono sforzata molto, non avrei voluto che fosse eletto e solo quando ha rinunciato mi sono chiesta veramente come sta un papa, quali decisioni debba prendere così pesanti e dure, da indurlo ad andarsene.  Io che sono ipercritica nei confronti dei ministri di Dio, ho sentito una grande pietà, ma ho anche ricordato la tenacia di papa Wojtyła, fino all'ultimo giorno, quando il suo silenzio gridava più di tutte le parole pronunciate fino ad allora.

Voglio festeggiare questo papa dedicandogli un dolce che ho preparato domenica scorsa, un plumcake profumato e nutriente, molto adatto per la colazione, capace di dare una bella sferzata di energia.


PLUMCAKE CON LA FRUTTA SECCA

250 g di farina 00 + 1 cucchiaio
1 bustina di lievito chimico
200 g di zucchero
200 g di burro
4 uova
1 cucchiaino di succo di limone
200 g di frutta secca (prugne e albicocche)
cognac
zucchero a velo

Mettete la frutta secca in una ciotola e copritela a filo con il cognac, quindi lasciatela marinare per 2 ore. Setacciate la farina con il lievito. Lavorate a crema il burro morbido con lo zucchero e incorporate i tuorli uno alla volta. Sempre mescolando aggiungete poi la farina e la frutta secca sgocciolata e infarinata. Montate a neve gli albumi con il succo di limone e incorporateli delicatamente al composto. Trasferite tutto in uno stampo a cassetta da 24 cm, rivestito di carta forno, e cuocete a 200° per 40-50 minuti. Se la superficie dovesse scurire troppo, coprite con carta forno. Controllate la cottura con lo stecchino. Quando si sarà raffreddato, sformate il plumcake e cospargetelo di zucchero a velo.




Questa è una ricetta di un vecchio Sale & Pepe, che ha aspettato pazientemente di essere realizzata. E mi domando perché ci ho pensato su così a lungo, è un dolce molto buono, soffice e gradevole. Peccato che sia durato poco :)

Passo da voi, ma andrò a cuccia prima possibile, è un periodo che la sveglia suona veramente presto. Vi abbraccio, bacissimi!

Una ricetta in bianco e giallo

10 marzo 2013

Ciao amici, buona domenica sera a tutti! Finalmente oggi non ha piovuto e il sole ha fatto una timida comparsa. Comunque ci hanno già informato che è stata una finta e il brutto tempo è di nuovo dietro l'angolo :(

Visto che sono andata al cinema e teatro vi racconto quel che ho visto. 

Al cine ho visto "In darkness" di Agnieszka Holland. Si racconta di Leopold Socha, ispettore fognario nella Leopoli occupata del ’43, sposato e padre di una bambina. Scaltro e intraprendente, ruba nelle case dei ricchi e non ha scrupoli con quelle degli ebrei, costretti nel ghetto e poi falciati dalla follia omicida dei nazisti. Avvicinato da un vecchio compagno di cella, l’ufficiale ucraino Bortnik, gli viene promessa una lauta ricompensa se troverà e denuncerà alla Gestapo gli ebrei sfuggiti ai rastrellamenti. In realtà Leopold ne ha nascosto undici in un settore angusto delle fognature, in cambio di denaro e gioielli. Ma il tempo della guerra e della sopraffazione ammorbidisce il suo cuore e lo mette al servizio del prossimo: tra aguzzini famelici, perlustrazioni, fame, buio, bombardamenti e alluvioni, Leopold riuscirà a salvare i suoi ebrei, conducendoli, alla fine della guerra, fuori dalle tenebre verso la vita.
Oltre a parlare della Shoah, il film  indaga il comportamento umano in situazioni limite, sprofondando letteralmente gli spettatori nelle tenebre delle fogne, costringendoli a vivere una situazione claustrofobica, dove Leopold Socha diventa la luce che rischiara, il protagonista di una vicenda eccezionale realmente accaduta. Ed è la storia della sua presa di coscienza, del suo mutamento, del suo ritornare uomo, dopo essere stato ladro, pressapochista, vigliacco: Leopold non si sottrae al destino che gli offre una possibilità di redenzione e si fa giusto fra i giusti. Il suo nome, nel giardino di Yad Vashem a Gerusalemme, è ricordato insieme a quello di altri che sono riusciti a salvare ebrei dalla deportazione e dalla morte, come Schindler e Perlasca. Inutile che vi dica che mi è piaciuto moltissimo.



Molto più leggero quello che ho visto a teatro: "Full monty"! Anche se ripercorre la storia del film, il musical è ambientato in Italia e i protagonisti sono disoccupati che vivono nella periferia industriale di Torino. Due di loro, operai appena licenziati, decidono di allestire uno spettacolo di spogliarello maschile e mettono insieme uno sgangherato gruppo, che però a poco a poco ritrova fiducia e speranza. E alla fine non manca il mitico striptease! Uno dei protagonisti è Sergio Muniz, proprio una gioia per gli occhi :D





E adesso, ricetta!


GNOCCHI ALLA CREMA DI PEPERONI E FORMAGGIO

1/2 kg di patate rosse
150 g di farina 00
3 peperoni gialli
250 g di formaggio cremoso
sale
qualche rametto di santoreggia

Fate lessare le patate con la buccia, pelatele e passatele allo schiacciapatate. Quando si saranno raffreddate, impastatele con la farina e un pizzico di sale. Formate dei cilindretti grandi come un pollice, quindi tagliateli a tocchetti, passateli sui rebbi di una forchetta e lasciateli riposare sulla spianatoia infarinata.
Pulite i peperoni e tagliateli a listerelle, quindi grigliateli. Fateli raffreddare, poi spellateli e passateli al mixer. Uniteli al formaggio e mescolate per formare una crema, regolate il sale. Lessate gli gnocchi, scolateli appena vengono a galla, conditeli con la crema e servite con qualche fogliolina di santoreggia.




Mando questa ricetta a CINZIA e VALENTINA per il COLORS & FOOD di questo mese: marzo in bianco e giallo!




Passo da voi, a presto :)

Quanti modi di fare e rifare la pastiera di maccheroni

6 marzo 2013

Ciao a tutti, oggi c'è l'appuntamento con QUANTI MODI DI FARE E RIFARE. Secondo le indicazioni di ANNA e ORNELLA, proponiamo una ricetta di FRANCESCA, la pastiera di maccheroni. 
Quando ho letto questa ricetta, visto che amo tantissimo la pastiera classica con il grano, ho fatto un giro sul web e ho trovato che in Campania anche questa versione è molto presente. E non solo, in Emilia esiste una crostata di tagliolini, che si prepara con i tagliolini freschi messi direttamente nel guscio di pasta insieme a una farcia preparata con mandorle e zucchero. Mi sono ripromessa di provare anche quella :)

Intanto qui c'è la mia versione per la carissima Cuochina, un po' diversa da quella di Francesca; la ricetta originale è QUI.


PASTIERA DI MACCHERONI

per la frolla
150 g di farina 00
100 g di burro
50 g di zucchero
2 tuorli piccoli
la scorza grattata di ½ limone non trattato
½ cucchiaino di sale
½ cucchiaino di bicarbonato
1 bustina di vanillina

per il ripieno
300g di capellini
500 g di latte
300 g di zucchero
4 uova
200 g di ricotta
100 g di cedro e scorzette canditi
1 bustina di vanillina 
2 gocce di essenza di fiori d'arancio

Preparate la frolla impastando velocemente tutti gli ingredienti, poi fate una palla, rifasciatela con la pellicola e mettete in frigo per 1 ora. Fate scottare i capellini nell'acqua poco salata, scolateli e passateli nel latte mescolato allo zucchero; fateli riposare finché avranno assorbito tutto il liquido. Aggiungete alla pasta le uova, i canditi a pezzetti, la vanillina, l'essenza di fiori d'arancio e la ricotta, mescolando bene. Stendete la frolla e rifasciate una tortiera rivestita di carta forno. Distribuitevi il ripieno, quindi infornate a 180° per 1 ora circa.


 
Ed ecco tutta la morbidezza di questa meravigliosa crostata!



Ora non mi resta che curiosare sui blog delle ragazze dei quanti per vedere cosa hanno combinato, un grazie ancora a Francesca per la sua ricetta e un abbraccio alla Cuochina e a tutti voi che mi leggete. 


Se vi fa piacere, ricordate il prossimo appuntamento per il 6 aprile, quando andremo da BABA' CHE BONTA' a copiare gli strangula prievet!

La torta salata di Manu

3 marzo 2013

Ciao a tutti, buona serata, come state? Qui ordinaria amministrazione o ordinaria follia che è poi la stessa cosa. Mi rendo conto che sto trascurando il blog ma davvero non ho tempo e neanche voglia, alla sera sono stanca e devo conservare le energie per le lezioni, che cominceranno l'11 marzo, per me il 12, ma non cambia molto. Anche andare a teatro o al cinema diventa faticoso, ma cerco di fare qualcosa che non sia correre dietro a mia mamma :(

Come al solito ho cucinato, adesso ho diverse cose da postare, anche se le foto non sono niente di particolare, perché qui da mia mamma non trovo la "location" adatta....

Stasera vado di torta salata. Tempo fa la mia carissima MANU ha pubblicato una bella crostata di verza e formaggio e finalmente nel we sono riuscita a riproporla. La ricetta originale la trovate QUI. Io ho fatto qualche piccola modifica, soprattutto ho utilizzato sia il cavolo bianco che quello violetto, per un tocco di colore in più, e, per la fretta, ho usato la sfoglia pronta. Ecco la ricetta.


CROSTATA DI VERZA E FORMAGGIO 

250 g di pasta sfoglia
500 gr di verza lavata e tagliata a striscioline
1 cipolla
1 spicchio d'aglio
200 gr di fontina
2 uova
olio, sale, pepe, noce moscata

In una padella con poco olio, fate soffriggere la cipolla affettata e l'aglio, unite quindi la verza e cuocete a fiamma bassa per farla ammorbidire. Nel frattempo in una terrina, sbattete le uova con pepe e noce moscata e unite il formaggio tagliato a dadini. Unite anche la verza quando si sarà intiepidita e regolate il sale.
Adagiate la sfoglia su una teglia ricoperta di carta da forno, versatevi il composto di verza e infornate a 180° per 40-45 minuti.
Servite tiepido.




Ora passo a salutarvi, buona domenica ancora a tutti, un bacio grande!